
Oro agli Europei di cross di Lagoa: la compagine italiana, atterrata all’aeroporto di Faro, ha trovato in Nadia Battocletti il faro verso il successo. L’atleta di Cles si ritaglia un posto nella storia della corsa campestre: 6 volte a medaglia nella rassegna continentale (2 juniores, 2 under 23 e 2 senior).
Faro Battocletti: sei ori in carriera
La mezzofondista è la quarta nella storia del torneo a bissare il titolo assoluto dopo averlo conquistato: prima di lei solo Fionnuala Britton (2011-2012), Yasemin Can (2016-2019) e Karoline Bjerkeli Grovdal (2021-2023).
Su un tracciato anomalo di 7,470 km (curve a ripetizione, terra battuta e brevi tratti in erba), l’azzurra ha interpretato ogni segmento alla perfezione. Sempre in testa per evitare le asperità di un terreno stretto, a metà gara si è ritrovata davanti al resto del gruppo con la britannica Megan Keith (bronzo europeo dei 10.000) e la turca Yasemin Can (quattro titoli europei di cross). Il momento chiave è arrivato sulla discesa del penultimo giro, a due km dal termine: Battocletti sferra l’attacco decisivo, piega le rivali e chiude in 24:52. Argento a Keith (25:07), bronzo a Can (25:13). È il coronamento di una stagione da sogno, con argento nei 10.000 ai Mondiali di Tokyo, bronzo nei 5.000 e titolo europeo dei 10 km su strada.
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“Sono tanto, tanto, tanto fiera di me“, commenta la 25enne trentina delle Fiamme Azzurre, argento olimpico a Parigi nei 10.000, “è stata una competizione combattuta, devo ammettere che l’hanno messa giù tosta, ma è bello essere attaccata più volte. Mi sono divertita soprattutto nei tratti di continue curve, salite e discese, è un terreno che mi è piaciuto molto. All’inizio mi aveva spaventato perché ha caratteristiche che non si vedono tutti i giorni. Poi è stato bello, sembrava di stare sulle montagne russe. Me la sono goduta, sono stata quasi un segugio dietro alle altre, anche se spesso finivo in testa perché facevo delle curve più veloci ma poi sapevo farmi inglobare di nuovo“.
Sull’attacco decisivo: “Era stato pianificato ed è venuto naturale. C’era papà che a bordo percorso mi dava consigli e feedback, e ho capito che a due chilometri dalla fine era il momento. Sono rimasta sola e sentivo mio papà Giuliano dire ‘ok ok vai tranquilla, è fatta’. Sì, quando penso a mamma e papà mi scende sempre una lacrima… sono davvero felice che mi seguano, mi assistano, mi supportino. Mi capiscono appieno e non è scontato“.
Senza dimenticare gli studi in ingegneria: “Devo ringraziare il professore che mi ha permesso di fare l’esame di geotecnica il 30 dicembre, sarà l’ultimo prima della laurea. Spero di farmi un bel regalo per questo periodo natalizio. Il giorno dopo sarò di nuovo in strada a Bolzano e poi andrò a fare un raduno al caldo per preparare le gare indoor, in cui nel 2026 voglio cimentarmi. Si ricomincia subito un’altra stagione che spero sia altrettanto magica“.
