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Tennis, Angelo Binaghi: “Non avere un’opposizione è una fortuna” (PODCAST)

Angelo Binaghi - Foto Antonio Fraioli

Credo sia una fortuna che oggi in Italia non ci sia una classe dirigente contrapposta alla nostra, visti i risultati che stiamo ottenendo”. Queste le parole di Angelo Binaghi, eletto oggi per la quinta volta presidente della Federazione italiana tennis dall’Assemblea riunita all’Hilton Hotel Rome Airport di Fiumicino.

Faccio parte di un gruppo dirigente che quindici anni fa ha rivoluzionato la nostra federazione – ha osservato il dirigente sardo intervistato in esclusiva da SportfaceUn gruppo giovane e completamente nuovo, che credo abbia saputo rigenerarsi con la maturità e migliorare nella gestione. I risultati e i successi delle ragazze hanno fatto sì che la condivisione su questa avventura e su questo modello di governance sia praticamente unanime. Non so quale sarà il presidente in futuro e cosa mi proporranno di fare, ma il problema non è discutere quanto governerà questa classe dirigente: probabilmente quindici anni.

Binaghi ha poi commentato i grandi risultati ottenuti nell’ultimo quadriennio olimpico dai tennisti italiani, con ben sei Slam in bacheca (uno in singolare con Flavia Pennetta allo Us Open 2015, uno nel doppio maschile con Simone Bolelli e Fabio Fognini all’Australian Open 2015 e quattro nel femminile con Sara Errani e Roberta Vinci, regine allo Us Open 2012, all’Australian Open 2013 e 2014 e a Wimbledon 2014).

Dire che sono successi irripetibili porta fortuna – ha osservato il presidente della Federtennis – Lo avevamo detto quattro anni fa in questa sala, poi quei risultati sono stati superati da quanto hanno fatto le ragazze, i ragazzi e tutto il nostro movimento. Abbiamo dei dati di crescita che non stanno né in cielo né in terra, sembra non c’entrino niente con quelli dello sport italiano e del tennis in Europa, contesti nei quali lo sport e il tennis sono stazionari o in contrazione. Uno dei motivi che ci ha spinto a continuare è riuscire a capire fin dove possono arrivare queste curve di crescita, che sono strabilianti e hanno una continuità quindicinale. Tra l’altro bisogna anche ricordare che questi risultati sono arrivati in un contesto socio-economico disastroso, perché abbiamo preso tutte le crisi dalle Twin Towers in poi, in un contesto di crescita zero nel nostro paese”.

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