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“Questo strepitoso weekend, senza scomodare statistici e storici, non ha un riscontro così importante nella storia dello sport italiano, sicuramente non negli sport invernali”. Così il presidente del Coni Giovanni Malagò commenta gli ultimi strepitosi risultati dell’Italia nello sci alpino, nel biathlon e nello sci di fondo. “Ci sono due scuole di pensiero – ha spiegato Malagò – Chi pensa che i nostri atleti siano entrati in forma troppo presto e si chiede cosa succederà tra venticinque giorni e chi invece è convinto che siano forti e possano vincere più medaglie rispetto alle ipotesi. La verità è che fino a due mesi e mezzo fa c’erano esperti che ci accreditavano di quattro o cinque medaglie e al massimo di un oro”.
Il numero 1 del Coni spiega con un esempio le difficoltà che potrebbero manifestarsi a PyeongChang: “Nelle discipline invernali ci sono tante variabili che impattano. Ci sono due casi emblematici: ho letto e sentito le dichiarazioni di Federica Brignone che ha spiegato gli ultimi grandi risultati con lo stato di forma ma anche con le condizioni delle piste. Quando la neve è ghiacciata i nostri si trovano bene, quando è facile hanno maggiori difficoltà. Questo fa capire la differenze tra le Olimpiadi invernali e quelle estive. Ho subito chiamato per sapere le condizioni a PyeongChang e tutti mi dicono che la condizione della pista dipenderà dalla temperatura: se sarà -10, come sembra, siamo messi bene, ma se quel giorno ci sarà lo scirocco locale per noi sarà meno buono”. Poi la conclusione: “L’obiettivo non cambia, dobbiamo andare in doppia cifra e il discorso dell’oro è legato a molte variabili”.
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