Bisognerà attendere ancora qualche giorno per conoscere le decisioni della Prima sezione del Tribunale nazionale antidoping del Coni sui casi di eluso controllo relativi ai primi otto atleti deferiti dalla Procura della Federazione italiana di atletica leggera. Si è chiuso stasera negli uffici dello stadio Olimpico di Roma il processo di primo grado contro Anna Incerti, Silvia Salis, Ruggero Pertile, Fabrizio Donato e Daniele Meucci (già qualificati per l’Olimpiade di Rio), Andrew Howe, Andrea Lalli, Daniele Greco, tutti deferiti per la presunta violazione dell’articolo 2.3 delle norme sportive antidoping, dunque l’eluso controllo.
Ma la sentenza del tribunale presieduto da Carlo Polidori, come nelle previsioni, arriverà soltanto la prossima settimana, probabilmente lunedì. Prima di decidere i giudici hanno voluto ascoltare oggi sei testimoni: l’ex dirigente del settore sanitario della Fidal Rita Bottiglieri e la collaboratrice Loredana Zagara; gli ex funzionari della struttura antidoping del Coni Giampiero Curti e Bernardino Arigoni; Raffaele Leonardo, componente della Commissione controlli antidoping in rappresentanza degli atleti, e l’ex medico della Fidal Giuseppe Fischetto. Per il caso di Andrew Howe è stata ascoltata anche la mamma dell’atleta Renée Felton: “Non è mai arrivato alcun tipo di avviso negli ultimi cinque anni – ha spiegato la madre ed ex allenatrice del saltatore reatino – e non avrei immaginato che sarebbe successo questo. Ho sempre fatto bene il mio compito, spero finisca tutto in modo positivo”. “Siamo molto tranquilli – ha aggiunto Giovanni Fontana, legale di Howe – vediamo quali saranno le decisioni ma l’istruttoria è stata molto positiva. I testimoni hanno confermato che il comitato controlli antidoping non aveva certezze delle inadempienze, a me sembra una motivazione veramente dirimente di ogni dubbio”.
[the_ad id=”10728″]
Sulla stella linea difensiva anche l’avvocato Giulia Bongiorno: “Non mi posso esprimere perché i giudici sono in Camera di consiglio – ha dichiarato il legale di Incerti, Salis, Donato, Greco, Meucci e Pertile lasciando gli uffici dello stadio Olimpico – e non voglio parlare delle testimonianze. Come abbiamo già evidenziato, però, la documentazione che avrebbe dovuto attestare le omissioni e le manchevolezze degli atleti è assolutamente carente. Questa documentazione, che dovrebbe rappresentare la prova granitica, è inesistente, completamente caotica e confusionaria: su questa base credo sia veramente improbabile riuscire a ricostruire l’ipotesi accusatoria, che onestamente si sbriciola appena si guardano le carte”.
Diversamente da quanto affermato dagli avvocati difensori, però, l’ex dirigente del settore sanitario della Fidal Rita Bottiglieri avrebbe confermato l’impianto accusatorio: secondo il testimone, gli elenchi mandati dalla Fidal per inadempienze non erano “reminder” generici ma specifici sulla base di chi era inadempiente. Chiuso il procedimento, il Tribunale è ora in Camera di consiglio. Le sentenze sono attese per lunedì prossimo, mentre martedì i giudici esamineranno i casi relativi ad altri cinque atleti Fidal deferiti per eluso controllo: Matteo Galvan, Simone Collio, Claudio Licciardello, Daniele Secci e Giovanni Faloci.