Nel primo quarto di finale di giornata nell’Atp Masters 1000 di tennis di Indian Wells, Rafael Nadal e Kei Nishikori hanno onorato la testa di serie di cui erano accreditati alla vigilia (rispettivamente la 4 e la 5) e hanno dato vita a un match acceso a livello agonistico, ma a tratti deludente dal punto di vista tecnico. Lo spagnolo si è imposto in 1 ora e 33 minuti di gioco col punteggio di 6-4/6-3, centrando la nona semifinale in carriera su dodici partecipazioni al Masters 1000 californiano.
Entrambi i giocatori arrivavano a questo match dopo essersi salvati per il rotto della cuffia negli ottavi di finale. Nishikori aveva annullato un match point a Isner sul 5-6 e servizio nel terzo set, prima di chiudere il match al tie-break. Nadal sarà a lungo protagonista degli incubi notturni di Sascha Zverev, che ancora sogna quella sciagurata volèe di dritto fallita a campo aperto (proprio quelle volèe pezzo forte del repertorio del fratello Mischa), con lo spagnolo già rassegnato a stringergli la mano.
Potevano risultare ingannevoli gli scontri diretti: lo strapotere che emergeva dal 7-1 in favore del maiorchino era infatti parzialmente mitigato dalle sfide più recenti, le ultime due. La penultima era la famosa finale di Madrid 2014, quando un Nadal arrancante fu salvato dal crack della schiena di Nishikori, che costrinse il nipponico alla resa nel terzo set dopo aver dominato il primo parziale e buona parte del secondo. L’ultimo precedente era quello di Montreal 2015, quando il discepolo di Chang si impose con un netto 6-2/6-4, a livello di quarti di finale.
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L’inizio del match sembra rievocare proprio l’ultimo incontro in Canada. I colpi di Nadal giungono dall’altra parte della rete privi di energia, Nishikori prende immediatamente il comando degli scambi,e, pur fallendo le prime 4 palle break dell’incontro, strappa il servizio al suo avversario alla quinta occasione, nel terzo game. Lo spagnolo appare in evidente difficoltà, relegato due metri fuori dal campo nel tentativo di sopravvivere alla pressione esercitata dal suo avversario, che è però poco concreto. Dopo aver tenuto il servizio a 0, Nishikori ha altre due palle break per chiudere verosimilmente il primo set, ma commette due banali errori di rovescio. Mai svegliare il can che dorme, soprattutto se di origine spagnola. Da quell’ultima palla break non trasformata, il giapponese subisce 14 punti su 18, ma rimargina la ferita riagguantando il suo avversario sul 4 pari. Da qui la partita prende una chiara svolta. Le titubanze del nipponico sono linfa vitale per Rafa, che, proprio nel game in cui Kei serve per rimanere nel set, eleva sensibilmente il suo livello di gioco e archivia il parziale con due punti strepitosi. Nishikori si ritrova sotto nel punteggio nonostante 7 palle break ottenute, ma una sola concretizzata contro il cinico 2 su 2 dell’avversario.
Seppur Dante Bottini e Michael Chang indossino un cappellino che reca la scritta “hungry to win” (affamato di vittoria), il loro allievo appare già ben sazio, e a inizio secondo set incappa in ripetuti errori di dritto. Dall’altra parte del campo il maiorchino non sbaglia più, i suoi colpi son molto più profondi, le gambe più reattive e il tutto è arricchito da un invidiabile 88% di prime palle in campo. Dopo poco più di 10 minuti, lo spagnolo conduce 3-0. Ma qui i ruoli si invertono rispetto al primo set. Con Nishikori ormai vicino ad affondare, Nadal lo aiuta a restare a galla. Prima nel quarto gioco commette un insolito errore di rovescio sulla palla break, poi nel successivo turno di servizio del giapponese si riporta 30-40 ma ancora una volta viene tradito dalla risposta. Kei si salva, e riesce a rientrare in partita nel settimo game, quando sotto 30-0 mette in scia quattro punti consecutivi e siede al cambio di campo mostrando il pugno al suo angolo. Ma dopo un’indecifrabile serie di dritti affossati in rete, questa volta è il rovescio a tradirlo. Tre errori non forzati ed ecco che il nove volte campione del Roland Garros si appresta a servire per il match. L’illusorio 0-30 iniziale viene pareggiato da Rafa con un ace (il secondo del match) e un gran dritto in uscita dal servizio, e dopo l’ennesimo unforced della sua pessima giornata, Nishikori è costretto a inchinarsi al dritto old style del suo avversario sul match point. Domani Nadal andrà a caccia della quarta finale in carriera nel deserto della California. Dopo un inizio in grande affanno, incoraggianti i segnali di ripresa forniti nell’ultima ora di gioco. Attende il vincente della sfida tra Novak Djokovic e Jo Wilfried Tsonga, attualmente in corso di svolgimento.