Sci Alpino

Sci alpino, fondo e biathlon fanno la voce grossa: grandi risultati per l’Italia

Federica Brignone - Foto Fisi/Pentaphoto

Fossero solo i successi della domenica, ma chi conosce l’ambiente sa benissimo che quanto successo ieri a Wengen, Flachau, Ruhpolding e Planica non è altro che una tendenza già in atto da diverse settimane. Se la valanga azzurra è un termine da affibbiare esclusivamente allo sci alpino, è forse il momento di coniare qualcosa di nuovo, perché sci di fondo e biathlon non finiscono di regalarci soddisfazioni.

Partendo in ordine di qualità tecnica della prestazione, la parte finale della discesa di Wengen è stata testimone di uno slalom tra i più veloci della stagione, che ha messo in mostra per l’ennesima volta le qualità di Henrik Kristoffersen. Il norvegese si è prodotto nella quarta sinfonia su cinque gare in stagione nella sua specialità prediletta, nonostante la facilità del pendio abbia rimescolato alcuni dei valori solitamente prefissati.

La vera sorpresa sono stati gli azzurri che finalmente si sono scrollati di dosso le paure di inizio stagione. Giuliano Razzoli e Stefano Gross hanno riportato l’Italia sul podio 6 anni dopo l’accoppiata Razzoli-Moelgg a Zagabria. Ma se per l’emiliano, nonostante il suo feeling con le inforcate, il risultato era nell’aria sia per la forma in allenamento che per le caratteristiche del pendio, la vera sorpresa è arrivata dal trentino, che non era ancora atteso su questi livelli se non su pendii più ripidi, con una prestazione in crescendo che lo ha visto rimontare dal 5° della prima manche al 3° posto finale.

Complici della splendida giornata del tricolore la gara incolore di Marcel Hirscher, mai in lotta per le prime posizioni, e una prestazione a luci e ombre di Felix Neureuther, anch’egli sorpreso da un percorso che solo i tracciatori hanno aiutato a rendere un minimo spettacolare.

Spostandoci a Flachau, la località austriaca ci ha fatto rivivere un ritorno di Grand’Italia nelle discipline tecniche, con lo straordinario 3° posto di Federica Brignone, ma soprattutto con un sorprendente risultato di squadra: 4 nelle prime 8, e 6 nelle prime 18.

Nella gara vinta, dopo 3 anni di digiuno, da Viktoria Rebensburg, seguita dalla slovena Ana Drev, la nostra Brignone è riuscita ad issarsi sul podio grazie a una brillante seconda manche che le ha consentito di migliorare la 5° posizione da cui partiva. Dietro di lei come detto ottime le prestazioni di Nadia Fanchini (6°), Manuela Moelgg e Francesca Marsaglia (settime ex aequo), cui sono seguite Sofia Goggia (15°) e Marta Bassino (18°), quest’ultima con parecchie recriminazioni così come Irene Curtoni uscita in una seconda manche che poteva tranquillamente consegnarle un posto tra le 10.

Come detto i successi domenicali non si sono fermati allo sci alpino, anzi: a Planica si è consumato un altro atto dell’ottima stagione di Federico Pellegrino, che in coppia con Dietmar Nöckler ha trionfato nella Team Sprint a tecnica libera. Successo quasi mai messo in discussione, soprattutto grazie all’inaspettato rendimento dell’atleta altoatesino che ha dato il cambio a Pellegrino in seconda posizione, il quale ha gestito la situazione sfruttando le migliori capacità in volata rispetto al francese Baptiste Gros. Peccato solo che questa vittoria non incida minimamente sulle classifiche individuali di coppa del mondo, se non per il prestigio e l’ennesima conferma di un ritorno sugli scudi del nostro sci di fondo.

Per concludere, Dorothea Wierer a Ruhpolding, dopo il successo di venerdì nella 15km, ha rinnovato la sua presenza sul podio con la staffetta femminile in assenza di Federica Sanfilippo, così come delle migliori 3 classificate in coppa del mondo. La gara è vissuta sul duello Ucraina-Germania, concluso in volata in favore delle prime. Per quanto riguarda il podio l’Italia l’ha spuntata anch’essa di una spanna sulla Russia. Ottimo il segnale dalle ragazze azzurre, capaci di riconfermarsi dopo la splendida vittoria di inizio stagione, seppur con un quartetto diverso e due ragazze giovani come Lisa Vittozzi e Alexia Runggaldier.

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