Biathlon

Oslo 2016: Wierer “Un sogno che si realizza”. Vittozzi “Non mi fermo qui”

Dorothea Wierer, Laura Dahlmeier e Marie Dorin Habert - Foto Serge Schwan/Fisi

Mai una ragazza italiana aveva vinto una medaglia d’argento ai mondiali di biathlon. Ancora una volta Dorothea Wierer ha riscritto la storia di questo sport in Italia, grazie ad una gara gestita benissimo e con grande voglia di riscatto dopo i problemi dei primi giorni. Dietro alla medaglia dell’altoatesina è arrivato anche il miglior piazzamento nella giovane carriera di Lisa Vittozzi, tredicesima.

Ad un paio d’ore dalla fine della gara abbiamo parlato con la ragazza di Rasun, che anche al telefono si poteva sentire non riuscire a smettere di sorridere, tanta la gioia per questa medaglia: “sicuramente comincio a rendermi più conto di…” ha interrotto ridendo. “Innanzitutto sono molto felice anche per tutto lo staff, perché senza gli allenatori e lo skiman non sarei mai riuscita ad ottenere questo risultato, anche perché la settimana scorsa ho avuto grossi problemi col tiro, ero molto tesa, avrò cambiato almeno cinque volte la posizione di tiro e non riuscivo più a trovarmi con il fucile, perché ero molto tesa e non riuscivo più a fare un 5/5 in allenamento. Quindi grazie a loro che mi hanno dato fiducia e mi hanno calmata”.

La gioia per questa medaglia, come detto la prima d’argento nella storia del biathlon azzurro al femminile, è quindi trapelata incontenibile: “questa medaglia vale tantissimo, con questa realizzo un sogno. Ho capito di fare la medaglia nell’ultima salita, perché avevo paura che le due dietro mi riprendessero ma ce l’ho fatta. Abbiamo scritto un’altra pagina di storia ed è qualche anno che ci stiamo riuscendo. Mi fa molto piacere e mi fa molto piacere anche per tutto il pubblico italiano alla fine. Spero che così facendo i tifosi aumentino e capiscano che bellissimo sport è il biathlon e ci seguano di più”.

E poi ora la pressione è scesa, soprattutto quella interna: “e poi sarà più facile perché ho ritrovato le giuste sensazioni sugli sci, visto che ieri per me è stata una gara molto brutta, la più brutta di tutta la stagione. Stavo malissimo in gara, non so che avevo, non dormivo più in queste ultime notti. Era tutto molto strano e sicuramente la pressione aveva la sua parte di colpa. Avevo la sensazione che mi stessi ammalando, almeno dopo oggi posso stare un po’ più tranquilla e rilassata”.

Ma la gioia della Wierer non si è fermata alla propria performance: “Sono davvero molto contenta anche per la Lisa (Vittozzi), visto anche che è giovane e che ha dimostrato il talento che è. Ora comunque dobbiamo andare giù a Oslo per la cerimonia delle medaglie, poi vediamo… sicuramente un brindisi lo facciamo!” ha aggiunto con una risata. La sappadina però ha declinato l’invito al cin-cin: “il brindisi lo teniamo per la fine del Mondiale perché speriamo di festeggiare anche qualcos’altro!

Ovviamente anche la ragazza cresciuta al poligono di Forni Avoltri si è raccontata molto felice per il miglior piazzamento in Coppa del Mondo: “oggi sono contenta, ho fatto una bella gara e sono contenta del poligono anche se un errore in meno mi cambiava la gara, ma non ho niente di cui rammaricarmi perché alla fine questo è il biathlon e sono soddisfatta di quello che ho fatto”.

Chiave della gara della Vittozzi è stata una forma sugli sci che ancora non le avevamo visto in Coppa del Mondo: “sì, sto andando molto più forte sugli sci che ad inizio anno, mi sento bene e sono riuscita a fare due belle gare. Onestamente non me lo aspettavo nemmeno io, però aveva delle belle sensazioni e direi per fortuna che sono arrivate adesso!” A sua detta, poi, anche il tracciato della collina di Holmenkollen l’ha aiutata. “All’inizio, appena sono arrivata e ho provato la pista, mi sono detta che questa era la mia pista. Mi trovo molto bene e mi piace, anche se sicuramente il fatto che stia bene mi aiuta, però molto bene”.

Le abbiamo quindi chiesto come si mantiene la calma al tiro con una folla urlante di più di 20.000 persone: “diciamo che cerchi di non pensarci, perché se le senti è la fine. Tutto il pubblico che fa casino quando sei al poligono è meglio che lo escludi, chiudi tutto e non pensi a niente. Quando tagli il traguardo poi però è emozionante, però sì, al poligono è meglio restare calmi, perché sennò in un attimo ti fai prendere dall’emozione”.

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