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“Il rapporto Wada è molto duro, nell’ambiente erano trapelati alcuni rumors e da qualche ora se ne parlava. I dati sono inquietanti, è veramente un problema, questo è poco ma sicuro”. Queste le dichiarazioni del presidente del Coni Giovanni Malagò sul rapporto dell’Agenzia mondiale antidoping, svelato ieri, sulla situazione del doping in Russia negli ultimi anni. “È sorprendente anche il timing di tutta la questione perché ieri a mezzogiorno scadeva la deadline per l’iscrizione a Rio – ha aggiunto il numero uno dello sport italiano a margine della presentazione della collaborazione con Coldiretti per l’Olimpiade brasiliana – Domani il Tas di Losanna deve pronunciarsi sul ricorso dei russi, che sono ancora sub judice come Alex Schwazer, per l’atletica leggera. E questa cosa crea un problema, tanto è vero che oggi c’è un esecutivo convocato telefonicamente perché dalla mattina alla sera non credo potessero fare altro. Non so cosa arriveranno ad adottare come provvedimenti, ho letto le parole di Bach che sono eclatanti”. Malagò ha poi commentato le possibili conseguenze del rapporto presentato dalla Wada: “Gli atleti italiani cominciano a lamentarsi anche per i risultati passati? Hanno ragione, ieri gli addetti ai lavori al Coni hanno subito evidenziato le medaglie che sarebbero state perse. Mi permetto però di dire che, se le competizioni incriminate vanno dal 2010 al 2015 con oltre 570 casi e 312 atleti, non mi risulta che tutti siano coinvolti. Nessuno conosce esattamente tutti i nomi: finché non c’è l’elenco non si può assolutamente dichiarare che un atleta russo abbiamo vinto una medaglia in modo scorretto perché magari ce n’è uno solo che l’ha vinta in modo regolare e va rispettato”.
Infine ha poi concluso: “Nell’immaginario generale l’Olimpiade è la manifestazione di tutti, quindi non riesco ad immaginarla senza la Russia. Però questo è un discorso che faccio a prescindere da chi deve prendere le decisioni. L’Olimpiade ha fra i suoi punti di forza il numero di Paesi che vi partecipano e, con il passare delle edizioni, se ne aggiungono pure, l’importante sarebbe non perderne nessuno“.