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“Mi ricordo quella gara in Coppa Europa a fine anni ’90 (sorride, ndr). Ci fu un arrivo in volata. Annarita era davanti e io dietro di poche lunghezze. Lei si girò e mi fulminò con lo sguardo. C’è una bellissima foto che ci ritrae sul traguardo, Lei esultante ed io con il broncio (ride, ndr). Sandro me lo disse subito: ti sei fatta battere da uno sguardo. Noi eravamo così: amiche vere nella vita, avversarie leali in gara. Il nostro era un gruppo fantastico ed Annarita un’agonista incredibile”. Chi parla è Rossella Giordano, astigiana, ex marciatrice che vanta nel suo palmares, tra l’altro, due partecipazioni ai Giochi Olimpici (5° ad Atlanta 1996, 11° ad Atene 2004), diverse partecipazioni a Mondiali ed Europei, 3 medaglie d’argento alle Universiadi, oltre a 4 titoli italiani. Rossella, attualmente tesserata per l’ASD Brancaleone Asti, ha appena concluso una gara di corsa su strada, dove si è classificata seconda. Durante una chiacchierata in attesa delle premiazioni, Rossella cita Annarita Sidoti e Sandro Damilano, nomi che fanno parte della storia dell’atletica italiana, con la naturalezza di chi ha condiviso con loro, in prima persona, esperienze sportive e di vita indimenticabili.
Rossella ad agosto ci saranno i Campionati Europei di Atletica Leggera. Non è possibile iniziare questa chiacchierata senza parlare di Filippo Tortu e del suo record sui 100 metri.
“Non lo conosco personalmente, è troppo giovane (ride, ndr), però posso dire che è’ un fenomeno, non ci sono altri modi per descriverlo. E’ un fenomeno perché altrimenti non si arriva a questo livello a 19 anni. Rispetto però ad altre promesse giovanili, mi sembra che Tortu abbia anche altre qualità”.
Spiegati meglio.
“Innanzitutto sta dimostrando di essere capace a rimanere con i piedi per terra. Sta facendo le cose con la giusta calma, senza lasciarsi travolgere dagli eventi. Evidentemente il fatto di essere seguito dal padre lo sta aiutando molto a gestire la situazione. Il difficile, però, viene adesso. Deve essere bravo a continuare su questa strada”.
Tu sei stata un’atleta di alto livello, che consiglio ti senti di dargli?
“Dal punto di vista tecnico, non ha certo bisogno dei miei consigli. Gli auguro però di riuscire a rimanere il ragazzo semplice che stiamo conoscendo. Mi ricordo che lo scorso anno, mi sembra dopo un’ottima prestazione al Golden Gala, dichiarò che avrebbe festeggiato andando a mangiare una pizza con genitori ed amici. Ecco questo è lo spirito giusto secondo me. Non bisogna mai perdere la dimensione ed il contatto con la realtà”.
Finalmente dunque un’Italia protagonista anche nella velocità.
“Me lo auguro, le premesse ci sono tutte”.
Veniamo alla marcia, la tua specialità. Come vedi la spedizione delle ragazze azzurre.
“La squadra è forte, come testimoniano tra l’altro gli argenti a squadre maschili e femminili ottenuti nei Mondiali a Taicang in Cina lo scorso maggio. Per quanto riguarda le ragazze, certamente Antonella Palmisano, reduce dal bronzo dei Mondiali a Londra, è molto attesa: la Palmisano ha una marcia bellissima da vedere, è veramente uno spettacolo. Purtroppo con lei ho pochi contatti, mentre conosco meglio Eleonora Giorgi, primatista italiana, che corre per le Fiamme Azzurre, la società in cui ho militato. So che si sta allenando molto bene. Anche Valentina Trapletti, tesserata per l’Esercito, si sta riprendendo bene dopo un periodo complicato”.
Mi pare di sentire un certo ottimismo.
“Decisamente si, anche se bisogna tener conto che l’Europeo di marcia equivale praticamente ad un campionato del mondo. Ci sono praticamente tutte le più forti, per cui il livello sarà altissimo”.
Tu hai vissuto queste manifestazioni da protagonista in diverse occasioni. Che cosa si prova a difendere la maglia azzurra?
“Io credo che si debba distinguere l’Olimpiade da tutto il resto. L’Olimpiade è qualcosa a parte. Nelle altre manifestazioni come Europei o Mondiali, si prova certamente un grande orgoglio e senso di responsabilità. Si cerca di lavorare bene per arrivare preparati al meglio e gestire la pressione che arriva soprattutto dall’esterno, perché le discipline come la nostra vengono considerate dall’opinione pubblica principalmente in questi appuntamenti”.
E l’Olimpiade invece?
“Partecipare all’Olimpiade rappresenta la realizzazione del sogno di chiunque abbia iniziato a fare atletica in giovane età. L’atmosfera dei Giochi, del Villaggio Olimpico è unica. Non ci sono parole per descrivere quello che si prova a rappresentare il proprio Paese in un contesto del genere”.
Tu ti sei allenata per anni a Saluzzo con Sandro Damilano. Che ricordi hai?
“Bellissimi. Ogni volta che sento nominare Saluzzo, mi vien voglia di mettermi in macchina e partire. Eravamo un gruppo fantastico, amiche prima di tutto, ma anche professioniste meticolose. Mi allenavo con Elisabetta Perrone, Erika Alfridi e con Annarita Sidoti. Ero la più piccola, quindi anche la più coccolata (ride, ndr). Ci allenavamo duramente, ma in un clima di grande collaborazione e rispetto reciproco”.
Damilano dispensava allenamenti duri?
“Se ripenso al circuito del Sestriere ancora mi vien male (ride, ndr). Era un tracciato da circa 1,5km non completamente in pianura, che percorrevamo avanti e indietro. A volte facevamo 20km al mattino e 20km al pomeriggio”.
Hai citato tra le altre Annarita Sidoti, che purtroppo è scomparsa nel 2015 a 45 anni. Hai voglia di raccontarci un aneddoto.
“Per me è molto difficile. Solo a nominare Annarita mi viene la pelle d’oca. Eravamo legatissime. Su Annarita Sidoti atleta è inutile dire qualcosa: è stata semplicemente straordinaria nel corso di tutta la sua carriera. Vorrei citare un altro episodio che ne definisce bene anche lo spessore umano”.
Prego.
“Nel 1997 dovevano esserci le convocazioni per i Mondiali di Atene. Erano disponibili 3 posti e l’Italia in quel momento aveva 4 marciatrici tra le prime 8 del mondo. Io avevo un tempo di accredito migliore di quello di Annarita, però i mesi immediatamente precedenti ai Mondiali non andarono benissimo. La mia condizione non era ottimale, decisi insieme al mio allenatore di non partecipare. Annarita gareggiò e vinse l’Oro nella 10km. Subito dopo la gara, durante le interviste di rito, Annarita si mise a piangere, dicendo che quella vittoria era anche mia, perché avrei dovuto essere in pista a gareggiare. Non lo dimenticherò mai”.
Dal modo in cui lo stai raccontando si percepisce una grande amicizia.
“Si, ripeto, Annarita era una persona speciale. Sono andata trovarla quando era già malata e, benché io avessi chiara la sensazione che le cose stessero andando male, lei era ancora determinatissima, ha combattuto la malattia come una leonessa. Per me sarà sempre un esempio”.
Ancora un paio di domande. Parlando del centro tecnico di Saluzzo e di Sandro Damilano, la memoria corre al nome di Alex Schwazer. Che idea ti sei fatta sulla sua vicenda?
“Per quanto riguarda gli ultimi sviluppi non posso esprimere giudizi perché non conosco nel dettaglio che cosa sia successo. Relativamente al periodo di Saluzzo, posso dire di aver conosciuto Alex, ai tempi molto giovane, e di aver fatto anche qualche allenamento insieme. Era una persona piuttosto timida, ma, per quello che ho visto io, anche un atleta irreprensibile, molto determinato e meticoloso negli allenamenti. Siamo rimasti tutti molto sorpresi da quello che è successo in seguito”.
Per finire, torniamo agli Europei. E’ vero che con la Alfridi e la Perrone andrete a Berlino a seguire le gare?
“Le indiscrezioni corrono veloci (ride, dnr). Stiamo cercando di organizzarci. La Alfridi ci sarà sicuramente perché seguirà il suo compagno, Gianni Perricelli, ex marciatore ed attuale membro dello staff tecnico. Stiamo cercando di convincere Elisabetta Giordano. Spero proprio di riuscire ad andare tutte insieme”.