Serie A

“La mia vita per la Lazio”: Adelmo Eufemi ricorda un calcio che non c’è più

Adelmo Eufemi - Foto Sportface
Adelmo Eufemi - Foto Sportface

Il 5 gennaio scorso presso il ristorante “Tirrena” ad Anzio (Roma) è stato presentato il libro di Adelmo Eufemi “La mia vita per la Lazio: storie di un calcio che non c’è più”. Eufemi, detto Memmo, nasce ad Anzio il 18 giugno 1935, dopo aver giocato nelle giovanili del club anziate viene acquistato dalla Lazio nel 1954 ed esordisce in prima squadra l’anno successivo nella trasferta di Napoli. Campione d’Europa con la nazionale militare, può essere considerato il decano di tutti i calciatori biancocelesti: Eufemi ha militato a lungo nella formazione capitolina, diventando un simbolo per la tifoseria.

Difensore arcigno e generoso, rimane fedele a questi colori nei giorni più felici (come la conquista della Coppa Italia nel 1958) e in quelli più amari (retrocessione in Serie B al termine della stagione 1960/1961 e ritorno in Serie A alla fine del campionato cadetto 1962/1963 nel quale la Lazio si classifica seconda). Eufemi mantiene un rapporto simbiotico con il club biancoceleste anche dopo essersi ritirato: sarà infatti osservatore tecnico-tattico sia dell’allenatore Juan Carlos Lorenzo che del tecnico Tommaso Maestrelli: l’ex difensore, oggi ottantasettenne, durante la presentazione del suo libro ha ancora una lucidità e una vitalità straordinarie. Racconta infatti parecchi aneddoti: dall’incontro con Leda, la donna della sua vita conosciuta a 19 anni, passando per le alzatacce mattutine per recarsi al campo di allenamento fino alle scaramucce tra i difensori delle squadre che causavano liti furibonde.

All’evento, in rappresentanza della Lazio, erano presenti il responsabile della comunicazione nonché portavoce del presidente Lotito Roberto Rao (che a fine presentazione ha regalato ad Eufemi la maglia a lui dedicata con le firme dei giocatori della prima squadra), l’ex bomber biancoceleste ed ex allenatore della formazione under 18 Tommaso Rocchi e il centrocampista del vivaio biancazzurro Marco Bertini.

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