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Italia all’esame Malta per ritrovare autostima. Retegui cerca la conferma

Mateo Retegui Nazionale
Mateo Retegui - Foto LiveMedia/Federico Proietti/DPPI

Il nono precedente della storia tra Malta e Italia arriva nel momento migliore. Per quanto la nazionale maltese, guidata negli ultimi anni da tre ct italiani (Ghedin, Mangia, Marcolini), meriti rispetto, per gli azzurri può essere arrivata l’occasione giusta per ritrovare convinzioni e fiducia sul piano del gioco. Ma al Ta’Qali Stadium servono soprattutto i tre punti dopo la sconfitta contro l’Inghilterra all’esordio a Napoli. Vietato sbagliare per non complicare il percorso. Non ci sarà Barella, quindi le modifiche di formazione inizieranno a centrocampo dove toccherà a Cristante e Tonali ai lati di Jorginho. Il romanista è uno dei fedelissimi del tecnico, che non rinuncia mai a lui nei momenti delicati delle partite. Il rossonero invece sta scalando le gerarchie e si prepara per una chance dal 1′. Cambi anche in difesa dove cerca posto Alessio Romagnoli, che non gioca da titolare in azzurro dal novembre 2019 nel 9-1 all’Armenia. Alla Lazio il centrale ex Milan sta vivendo una seconda giovinezza e sta tornando a rispettare quelle aspettative che aveva prodotto nella sponda giallorossa della Capitale. Contro Malta potrebbe esserci un attacco tutto nuovo sulle fasce. Politano e Gnonto si scaldano al posto di Berardi e Pellegrini. Dal 1′ invece dovrebbe essere confermato Mateo Retegui che cerca il secondo gol in due partite. La sua prima prova contro l’Inghilterra è difficile da decifrare, ma non appena il bomber del Tigre ha trovato le misure è riuscito a rappresentare un pericolo costante per Maguire e compagni. “Merita la conferma, ma come altri va valutato a livello fisico. Domani decideremo. Lo seguivamo da tanto tempo e forse non ci abbiamo visto male dal momento che anche diversi club italiani lo seguono”, le parole di Mancini. Si scalda Scamacca, ma l’ex Sassuolo sembra destinato ad un’altra panchina proprio come al West Ham. Tempi duri per gli attaccanti che non giocano.

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