
Gli Azzurri ottengono una vittoria inedita sul parquet di Klaipeda, superando la Lituania 82-81 al termine di un finale incandescente. Tre punti decisivi nella corsa alla qualificazione mondiale, in una serata che esalta il carattere del gruppo giovane guidato da Luca Banchi al suo primo sigillo da CT in Nazionale.
Serata da album dei ricordi per il basket italiano: a Klaipeda arriva un’affermazione che mancava, in questo contesto, da sempre. Gli Azzurri chiudono la prima finestra del girone di qualificazione al Mondiale con un successo di misura ma enorme nei significati, 82-81, reso ancora più prezioso dal clima rovente della Svyturio Arena, esaurita in ogni ordine di posti.
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Avvio difficile, reazione compatta
L’impatto della gara è tutto di marca baltica. Nel giro di un nulla, tra un paio d’errori in uscita palla degli italiani, la Lituania scatta 7-0 nei primi 120 secondi. L’Italia ci mette il ghiaccio nelle scarpe un solo attimo, poi trova la scintilla per entrare davvero nel ritmo: Tonut suona la sveglia con 5 punti personali, compresa una tripla pesante, e Mannion pareggia 7-7 con un percorso pulito ai liberi. Il primo vantaggio ospite porta la firma, ancora, di Tonut, chirurgico nei primi 10’: 3/3 dal campo, 1/1 da tre e massimo controllo alla lunetta per 9 punti che tengono il punteggio in equilibrio a lungo. Alla prima sirena il tabellone dice 19-16 Lituania, con l’eco ancora vivo delle giocate di Sargiunas nel primo strappo di match.
Metà gara tra luci e ombre
Nel secondo quarto l’Italia marca il territorio ma la Lituania costruisce il break più largo: +10 al 15’, 31-21. Gli Azzurri non si scuciono: Mannion e Petrucelli rosicchiano punti ai liberi e l’Italia inaugura anche la voce “primi punti in Nazionale” con la tripla del 17enne Luigi Suigo che accende un 7-0 di squadra fino al 31-28. L’intervallo arriva sul 39-34 per i padroni di casa.
Secondo tempo intenso, continuità nel carattere
La ripresa rilancia il duello. Francesco Ferrari porta il quarto pareggio (41-41) ma il botta e risposta continua. Rubstavicius timbra il +5 locale, poi Sargiunas e Gudaitis tengono la distanza a +5, 54-49, con 120 secondi dalla fine del terzo segmento. L’Italia trova il nuovo -2 con una tripla di Tonut e ancora un pareggio con Tessitori che chiude il terzo quarto 54-54.
L’ultimo quarto: la noche italiana di Procida
Il sorpasso si concretizza in apertura della quarta tornata con un tecnico fischiato a coach Kurtinaitis, trasformato dal 27enne lombardo Asnake Dubre con 12 punti in 42’, ma soprattutto devastante nel rendimento, 81-82. L’ultimo quarto resta il regno personale di Gabriele Procida, che eleva il suo career high in Nazionale a 24 punti, 18 dei quali in soli 7 minuti lasciati scorrere nella coda della gara. L’azzurro è una fiamma continua: liberi, schiacciata in contropiede e poi tre triple di fila che portano l’Italia a +8 (68-76) con meno di 4 minuti da giocare. Zemaitis prova a riaprire lo spartito da tre, ma Procida risponde ancora: 74-78. Mannion allunga 74-80 ai liberi, poi 4-0 Lituania fulmineo e 81-80 locale con 13 secondi. L’Italia disegna l’ultima trama: Nico Mannion entra in area, subisce il contatto e segna l’81-82 con freddezza. Petrucelli stoppa Velicka, sirena finale: missione compiuta.
Così Petrucci e Banchi: orgoglio e visione
A fine gara il presidente FIP Giovanni Petrucci sottolinea il senso profondo della notte: “Una serata che ci ripaga. Qualcuno ci aveva raccontati già fuori dai giochi, invece questa squadra ha stoffa e prospettive. Il girone non è semplice, ma noi restiamo dentro alla storia”.
Prima vittoria da CT in Spagna per coach Luca Banchi. “La squadra ha mostrato solidità in difesa e lucidità nel controllo degli ultimi possessi. Mi porto via l’unione del gruppo e il modo in cui la vittoria è maturata, con maturità tecnica e risorse nervose”.
Procida: “Felice e carico per il gruppo”
Gabriele Procida dedica il focus al valore collettivo: “Campo duro, scenario complicato. Sapevo che potevamo trovare energia nel finale e sono felice per il lavoro di squadra. Ora proseguiamo la preparazione senza frenesia, c’è ancora tanta strada da scrivere insieme”.
