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L’Italia della palla ovale al femminile si deve arrendere per 29 a 15 all’Inghilterra padrona di casa in un match dai due volti disputato al Twickenham Stoop, il “fratellino” dello stadio del rugby di Londra dove solitamente disputano i loro incontri casalinghi gli Harlequins.
Primo tempo difficile per le azzurre: nel riscaldamento, infortunio per la terza linea Lucia Cammarano, mentre dopo appena tre minuti di gioco si deve arrendere anche la compagna di reparto Isabella Locatelli. Illude la meta del vantaggio italiano, che arriva dopo solo cinque minuti di gioco grazie a una bella invenzione di Manuela Furlan capitalizzata dall’ala Sofia Stefan. Al quindicesimo arriva subito la replica inglese di Kay Wilson, bissata due minuti dopo dalla meta di Amy Wilson-Hardy. Da lì, si fa tutta in salita per la nazionale femminile italiana.
Azzure che patiscono soprattutto la fisicità avversaria e che subiscono tre delle quattro mete segnate dall’Inghilterra sugli sviluppi di una maul. Fra le inglesi spiccano le prestazioni del secondo centro Emily Scarratt e della terza linea Alex Matthews, capaci di impensierire la difesa azzurra a ogni percussione. E’ però il tallonatore Victoria Fleetwood ad assurgere agli onori delle cronache grazie alla tripletta con la quale chiude la partita a cavallo fra il primo e il secondo tempo, prima inglese a riuscirci nel Sei Nazioni. Dopo aver infatti chiuso il primo tempo sul 24 a 5, è ancora l’Inghilterra a segnare per prima in apertura di ripresa. Sarà però l’ultima segnatura per le padrone di casa.
Con il risultato ormai al sicuro, il ritmo della partita rallenta, e le azzurre, complice anche il cartellino rosso rimediato da Katy McLean per placcaggio alto, ritrovano morale e fiducia. Al minuto 55, Sara Barattin segna la seconda meta azzurra, e a otto dalla fine Furlan marca ancora. Negli ultimi caotici minuti l’Inghilterra rimane in 13 per un ulteriore cartellino giallo, ma le azzurre non riescono a ottenere la quarta meta che sarebbe valsa un punto di bonus in fin dei conti meritato.
Si deve tener conto che le atlete inglesi sono tutte professioniste, mentre lo stesso non si può dire per la nazionale azzurra, che d’altra parte è anche quella che finora ha messo maggiormente in difficoltà l’Inghilterra. Un risultato sicuramente non positivo in un Sei Nazioni che si prospetta magro di soddisfazioni ma che, visto il dislivello fra le squadre in termini di risorse e preparazione atletica e tecnica, risulta più che onorevole.