Nuoto

Nuoto, il dt Butini traccia il bilancio dei Mondiali: “Nazionale promossa, ma a Parigi sarà altra musica”

Cesare Butini - Foto di Andrea Masini / DBM Deepbluemedia

“Nazionale promossa a pieni voti, la squadra ha risposto in un modo eccezionale per prestazioni, impegno, obiettivi raggiunti e carte olimpiche conquistate. E poi ci sono state delle buone medaglie. Da una parte non bisogna dimenticare che alcune squadre non erano al massimo, ma anche noi avevamo alcune assenze come Thomas Ceccon e Margherita Panziera. Le medaglie sono sempre positive, perché danno una consapevolezza in più ai nostri atleti, ma soprattutto vanno viste in una chiave olimpica. Delle 12 medaglie conquistate, 10 sono di discipline olimpiche. Parigi però sarà un’altra musica”. Questo il bilancio dei Mondiali di Doha nelle parole di Cesare Butini, direttore tecnico della nazionale, ospite di Palla al Centro su Rai Radio 1 Sport. 

Soffermandosi sui singoli, non si può che partire che con Simona Quadarella, protagonista assoluta della competizione iridata: “Simona è stata la punta di diamante di questa squadra. Ha dimostrato una freddezza importante e una gestione di gara ben consolidata. La gara dei 1500 è sembrata fin troppo facile, anche se il suo è stato un tempo importante. Negli 800 – dice Butini – gara meno congeniale alle sue caratteristiche, l’ha gestita in un modo eccezionale: ha atteso fino ai 300, ha raggiunto il gruppetto ai 500 e poi ha piazzato lo sprint finale, dimostrando una condotta di gara molto intelligente. Simona è chiaramente una di quelle atlete che possono aspirare a ben figurare a Parigi, sia negli 800 che nei 1500. Ha molte più possibilità sulla lunga distanza”.

 “Ci siamo confrontati col primato del mondo del cinese Pan, ma Alessandro è stato sul pezzo, è stato bravo anche nella gestione delle prestazioni nell’arco della settimana, si è visto poi nella staffetta. La gara dei 100 stile libero – dichiara Butini su Miressi – avrà un salto di qualità importante a Parigi. Credo che il tempo di 47″7/47″8 sarà il limite per poter entrare in finale. Il record di Alessandro è 47″45, dovremo arrivare a Parigi in grande condizione per poter figurare nella maniera corretta”.

“Razzetti è la dimostrazione di come anche gli italiani sanno ottenere due grandi prestazioni nel giro di 50 minuti. Un esempio per le generazioni future, non dobbiamo pensare che solo gli altri sono superuomini. Alla fine ha pagato un po’ la stanchezza di otto giorni di gare, poteva raccogliere qualcosa in più nei 400 misti. Ma Alberto sarà sicuramente un protagonista a Parigi”. Tra le medaglie probabilmente meno attese, quella di Sara Franceschi. “Sara ha avuto un po’ di vicende negative a livello di infortuni, non aveva partecipato alle nostre selezioni di novembre. Era arrivata a Doha con una preparazione non ottimale. La mattina è entrata in finale da ottava, pensavamo non ne avesse più. Invece ha tirato una grinta e una determinazione importanti. È stata una piacevolissima sorpresa”, dichiara Butini.

“Benissimo sulla corta distanza, mentre sui 100 rana non dico che c’è un po’ di delusione ma rispetto a quello che aveva fatto vedere qualche mese fa c’è un po’ di rammarico. Però siamo fiduciosi – dice il ct azzurro parlando di Benedetta Pilato – bisogna mettere a punto alcune cose. Anche il trasferimento a Torino potrebbe aver creato un effetto cumulativo del carico. Con il tecnico Antonio Satta devono affinare l’avvicinamento a una gara. È un piccolo campanello d’allarme che dobbiamo tenere sotto controllo, ma abbiamo cinque mesi per migliorare”.

La chiusura non può che essere dedicata a Gregorio Paltrinieri: “Gregorio non si discute, ma è ovvio che arrivare in piscina dopo le gare in acque libere, nonostante abbia saltato la 10km, è una situazione abbastanza pesante. Sicuramente è stata una leggerezza aver controllato eccessivamente l’andatura nei 1500. C’è anche l’idea scaramantica di classificarsi in corsia esterna che l’ha un po’ condizionato. Era avvilito, ha fatto anche una feroce autocritica. Si impara anche a 30 anni che non si può gestire tutto quanto, bisogna spingere un po’ di più in batteria se si vuole essere sicuri di entrare in finale. Un dieci a lode comunque a Gregorio, è sempre un atleta che dà tutto, ci mette la faccia, chapeau al nostro capitano”.

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