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50° Super Bowl: Panthers per la gloria, Denver per la storia

50° Super Bowl - Foto Kathy Drasky - CC BY 2.0

Meno di una settimana all’attesissima sfida fra Denver e Carolina che fermerà, come ogni anno, gli Stati Uniti: per capire il richiamo mediatico planetario dell’evento basti pensare che la CBS, titolare dei diritti televisivi, ha venduto al prezzo record di 5 milioni di dollari ogni spot di 30 secondi che andrà in onda durante l’incontro.

Al Levi’s Stadium, nuovissimo stadio dei San Francisco 49ers, andrà in scena anche uno spettacolare concerto durante l’intervallo della partita, l’ormai celebre Half Time Show, che quest’anno vedrà schierati Coldplay, Bruno Mars (per lui seconda apparizione al Super Bowl) e Beyoncé, tre colossi della musica mondiale.

I Carolina Panthers, una delle franchigie più giovani della NFL, fondata nel 1995, sono alla seconda apparizione al Super Bowl, dopo il 2003, anno in cui Jack Delhomme, Steve Smith e compagnia vennero sconfitti dai New England Patriots in una delle finali più belle ed avvincenti della storia.

Stavolta la compagine di Charlotte scenderà in campo col favore dei pronostici, guidata dal miglior quarterback e futuro MVP della lega Cam Newton, capace fin qui di scardinare ogni difesa grazie al suo potente braccio e alla sua straordinaria mobilità.

Dall’altra parte i Denver Broncos, ottava apparizione al Super Bowl, con all’attivo però appena 2 trionfi risalenti all’era John Elway-Terrel Davis, anni 1997 e 1998: fresca invece nella mente dei tifosi del Colorado è la sonora sconfitta (43-8) rimediata 2 anni fa dai Seattle Seehawks, squadra che ricorda così maledettamente i Panthers di oggi.

Indiscutibile il fascino del confronto tra i quarterback, il nuovo che avanza Newton ed il crepuscolare Peyton Manning, ma la chiave dell’incontro saranno come sempre le difese: i Broncos hanno la migliore della lega, ma è impensabile che Von Miller e compagnia possano colpire, tante volte come hanno fatto con Brady, un regista con la mobilità di Newton, che dal canto suo dovrà pianificare una strategia d’attacco più paziente del solito tenendosi alla larga da Talib e Bolden.

Statistiche alla mano i Panthers sono la sesta difesa della NFL, ma nella post-season hanno dimostrato di valere molto di più, massacrando Wilson e Palmer, non proprio gli ultimi arrivati: Manning non è fin qui apparso straordinario, limitandosi all’essenziale, sempre sostenuto da una solida linea e da una difesa che gli ha sempre permesso di giocare con poca pressione addosso. Domenica, se come appare probabile i Panthers metteranno presto dei punti sul tabellone, ci vorrà il Manning degli anni d’oro per sfuggire agli assalti dei vari Kuechly, McClain e Coleman e tenere Denver in partita, per provare a chiudere una carriera straordinaria col secondo Vince Lombardi Trophy.

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