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Da quando è stato istituito 20 anni fa, nessun italiano ha mai vinto il torneo Challenger di Barletta (50mila$ + H), il primo su terra battuta della stagione italica, e neanche stavolta è riuscito a Simone Bolelli, 32 anni, da Budrio (BO), che in finale è stato superato in tre set dall’argentino Trungelliti. Bolelli con questo risultato fa comunque un balzo in avanti in classifica ATP, avvicinando ulteriormente la top 100. Il tennista bolognese dotato di un diritto devastante, già finalista a Punta de L’Este nel Challenger uruguayano a fine febbraio, ha messo in fila nell’ordine il tedesco Otte, poi Sonego, Galovic, il giovanissimo Moroni in semifinale prima di perdere appunto dall’argentino Trungelliti che per altro aveva fatto fuori Travaglia e Giannessi. Bolelli fa della classe e dell’abilità tecnica i suoi requisiti primari e in questo senso rappresenta davvero bene il marchio Hydrogen che ha insistito molto per metterlo sotto contratto per vederlo indossare il Luxury-sportswear di produzione italiana. Pur essendo un tennista relativamente tranquillo in campo è a suo modo aggressivo e irriverente un po’ come il teschio che rappresenta il logo di Hydrogen, e questo può diventare la sua grande forza ora che non è più un ragazzino.
A 32 anni, l’ex vincitore degli AusOpen in doppio con Fognini, si sta ritagliando una nuova carriera anche da singolarista dove non escluderemmo un suo ritorno a grandissimi livelli almeno per un paio di stagioni visto il tasso tecnico impressionante. Solo i continui infortuni hanno un po’ fermato Bolelli, che ora però appare pronto per tornare a volare. Trungelliti entra ora in top 200 con la vittoria a Barletta che rappresenta il suo primo successo in singolare a livello Challenger. Questo ha incoronato definitivamente Moroni come l’azzurro giovane più promettente, sebbene la sua fiamma bruci solo da pochi mesi. Semifinale anche a Barletta sconfitto solo da Bolelli: dimostrazione di grande brillantezza atletica e capacità di mantenere alta l’intensità agonistica, che poi è una delle doti indispensabili per salire in classifica. Si rivede ad un livello discreto Matteo Donati, che fa quarti di finale ma soprattutto mette in vetrina una condizione fisica accettabile ora che i problemi alla schiena sembrano risolti. Pellegrino nel torneo di casa ha avuto una buona chance raggiungendo il secondo turno ma è stato stoppato dalla forma strabiliante di Moroni. Travaglia, fermato al primo turno, proprio da Trungelliti, è apparso un po’ stanco, e ha forse bisogno di rifiatare dopo un inverno ed un inizio di primavera a ritmi serrati. Una menzione la merita lo spagnolo Jaime Munar, 20 anni e già top 200, capace di adattarsi benissimo al cemento così come alla terra e pronto forse anche per palcoscenici superiori.
Il Challenger della settimana più ricco si è giocato a Taipei (Taiwan) su carpet indoor e aveva un montepremi di 150mila $, il massimo per un Challenger: se lo è aggiudicato Yuki Bhambri, in una finale tutta indiana contro Ramanathan. Bhambri è stato numero uno del mondo a livello Juniores, e ha raggiunto già la top 100, se ne parlava come un possibile fenomeno anni fa, poi si è un po’ fermato ed ora a 25 anni appare possibile una sua salita a livelli ancora più alti mentre Ramanathan, ragazzo delizioso e iperprofessionale non sembra però poter avere le armi giuste per tentare la scalata al gotha del tennis, pur essendo già nel suo best ranking vicinissimo alla top 100 anche lui. A Mexico City (100mila$ +H, terra) ottimo torneo di Andrea Basso, che raggiunge i quarti di finale partendo dalle qualificazioni, sconfitto solo dal finalista ecuadoriano Quiroz, battuto a sua volta dal vincitore del torneo, l’argentino Londero. Basso col suo gioco molto aggressivo da fondo con discese a rete frequenti, può davvero ambire a traguardi prestigiosi, se il suo fisico riuscirà a reggere i ritmi tremendi imposti dal calendario.
Veniamo ai Futures dove la bella notizia arriva da Lorenzo Giustino, che vince il secondo titolo stagionale a Pula (25mila$, terra), ha uno score dall’inizio dell’anno di 23 vittorie e sole 6 sconfitte e sta tornando ai livelli che gli competono, almeno in top200. In finale Giustino ha superato il redivivo sanremese Mager che con questo incoraggiante risultato dimostra definitivamente di essere tornato il giocatore che abbiamo ammirato nelle scorse stagioni dove aveva raggiunto il suo best ranking (290 ATP nel settembre 2016). Renta Tokuda, 20 anni, vince il torneo casalingo in Giappone (Matsuyama, 25mila$, hard), mentre in Portogallo (terra, 25mila$) trionfa l’ungherese Balazs che con questo risultato eguaglia il record di 29 tornei Futures vinti insieme al marocchino di origine algerina Lamine Ouahab. Il brasiliano Karue Sell batte al primo turno l’azzurro Caruana e continua a stupire chi non lo conosce vincendo il 25mila$ di Little Rock in Arizona: a 24 anni ritocca così il suo BR entrando prepotentemente in top 500 per la prima volta. Bene l’azzurro trentino JoyVigani nei quarti di finale in Egitto nel torneo settimanale di Sharm vinto dall’austriaco Lucas Miedler, dove la testa di serie numero 1 Bega è uscito subito come anche Dalla Valle. Nella terra Kazaka di Shimkent(15mila$) trionfa il padrone di casa Yevseyev, mentre in Tunisia il tedesco Brands, ex numero 51 del mondo, vince senza grossi patemi il torneo. In Turchia, nell’appuntamento settimanale su terra di Antalya, Marcora, testa di serie numero 8 fa secondo turno mentre Rondoni (tds 7) viene eliminato al primo turno: il trentasettenne ceco Jaroslav Pospisil, sceso al numero 600 del mondo raggiunge la finale sconfitto dal promettente croato Serdarusic ormai vicinissimo alla top 200.