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“È stata una sensazione surreale. Non sapevo cosa fare o dire, ho lasciato semplicemente andare le mie emozioni, cosa un po’ insolita per me, e credo che avrei potuto festeggiare con tutto il pubblico, c’era un’atmosfera talmente incredibile stasera. Credo di sapere quanto lavoro ci sia dietro, in questi ultimi anni, da parte mia e del mio team, per arrivare a questo, è una cosa davvero speciale“. Non nasconde l’emozione Ashleigh Barty che racconta gli attimi successivi alla vittoria in finale agli Australian Open contro Danielle Collins. La numero 1 al mondo ha riportato in patria un titolo che mancava dal 1978, quindi da 44 anni: “Noi australiani siamo estremamente fortunati ad avere una storia tennistica così ricca – ha aggiunto –. In tutti gli Slam, abbiamo avuto tanti campioni che in tutti questi anni, hanno creato le basi e l’esempio, in modo tale che anche noi potessimo provarci e tracciare il nostro proprio percorso. Ma io ho solo una piccola parte in tutte le imprese che sono state compiute, davvero piccola”.
Poi traccia un bilancio della sua prestazione: “Forse stasera non ho servito al meglio ed è difficile allora contro una delle migliori ribattitrici del mondo. Sotto 1-5 ho cercato di essere più aggressiva, di aggiustare un paio di cose dal punto di vista tattico per prepararmi nel caso fossimo andate al terzo. Lo score del tennis è fatto in modo tale che le cose possono cambiare molto rapidamente. Era importante per me stare aggrappata al punteggio”.
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