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Ancora un caso di doping, l’ultimo a sconvolgere il mondo del canottaggio era stato quello di Niccolò Mornati, pronto a volare in Brasile per rappresentare l’Italia nel due senza insieme a Vincenzo Capelli ma trovato positivo all’anastrozolo – farmaco utilizzato spesso nella lotta contro il tumore al seno ma in questo caso forse per coprire altre medicine proibite – in un controllo antidoping a sorpresa effettuato lo scorso 6 aprile a Piediluco, dove il 35enne canottiere si trovata in ritiro con la nazionale.
Per l’atleta azzurro, qualificato per Rio nel due senza ma già stato sospeso in via cautelare, è arrivata ora la condanna: quattro anni di squalifica, oltre al pagamento delle spese del procedimento pari a 378 euro, è questa la decisione del Tribunale nazionale Antidoping che ha fermato il canottiere azzurro con decorrenza 6 aprile scorso, fino al 5 febbraio 2020.
Amaro il commento di Giovanni Malagò, presidente del Coni. “La squalifica di Mornati conferma che il Coni non fa sconti a nessuno. Tutto si può dire tranne che ci sia stata una forma di privilegio e tanto meno favoritismo nei confronti di un atleta. Credo che il presidente del Coni e in assoluto un dirigente sportivo non debba mai commentare una sentenza della giustizia sportiva o dell’antidoping – ha aggiunto il numero uno dello sport italiano a margine della consegna dei diplomi del II Corso di alta specializzazione in management olimpico a Roma – Ognuno può commentarla da solo. È una cosa che mi intristisce e mi amareggia in modo enorme” ha concluso.