Olimpiadi Parigi 2024

-100 a Parigi 2024, Malagò: “Tregua olimpica molto complicata. Portabandiera? Ho un’idea, ma me la tengo fino al 22 aprile”

Giovanni Malagò
Giovanni Malagò - Foto Giancarlo Gobbi GMT CONI

I Giochi di Parigi 2024 sono dietro l’angolo. 100 giorni alla Cerimonia d’Apertura e l’Italia è in attesa di conoscere chi porterà la bandiera nella serata in cui verrà acceso il braciere Olimpico. Ho un’idea ma fino al 22 aprile, quando la comunicherò alla Giunta, me la tengo. La regola della medaglia d’oro non è scritta, ma è una consuetudine che ci piace mantenere”. A ribadirlo è il presidente del Coni Giovanni Malagò in un’intervista rilasciata a ‘La Stampa’. “Un comitato olimpico nazionale può fare quello che vuole, ma se il presidente è membro Cio, come lo sono io, più che sbagliato è inelegante non seguire le indicazioni in tema di gender equity. A maggior ragione, poi, se i prossimi Giochi saranno in casa nostra”, sottolinea il numero uno dello sport italiano. 

Tema di discussione, come spesso accade da alcuni mesi a questa parte, è anche Jannik Sinner, di cui si è parlato anche in merito a una possibile selezione come portabandiera. La cosa che più apprezzo è il comportamento e lo stile. Portabandiera? Mi hanno tirato per la giacchetta, ma la cosa più credibile l’ha detta lui, più giusto che la portino gli altri. Sarei il primo a pensare a lui per la cerimonia di chiusura, significherebbe, come Jacobs a Tokyo, aver vinto l’oro”. 

Sull’eroe di Tokyo, Marcell Jacobs: “Lo conosco benissimo, è una persona di grandi qualità e non solo in pista. Ma gli italiani sono altalenanti nei loro giudizi e nelle loro emozioni. Non sanno aspettare. Per qualcuno, non troppo competente però, dovrebbe fare lo sfracello in ogni gara dopo quello che ha vinto, ma non funziona così nello sport e soprattutto nei 100 metri”. 

Ma i Giochi di Parigi si inseriscono anche in un contesto geopolitico alquanto complicato. “Non parlare di tregua olimpica significa abdicare alla realtà dei fatti, credo che il governo delle istituzioni dello sport debba fare l’impossibile per mantenere vivo il significato. Più che anacronistica, la tregua olimpica è molto complicata”, spiega. Senza bandiera e inno, ma in Francia saranno presenti anche russi e bielorussi: “Troverai sempre qualcuno per cui si doveva fare di più o diversamente, ma il fatto che sia ucraini sia russi siano insoddisfatti ci fa capire che questa soluzione è la meno peggio. La parola censura mi fa venire i brividi, ma bisogna calarsi in chi organizza i Giochi Olimpici. Certi elementi sono super strumentalizzabili da chiunque, il perimetro entro cui muoversi ci deve essere. Quindi? Lo spirito non è censurare, ma dare una regola anti-caos”.

“La speranza è che in questi 100 giorni i missili possano lasciare spazio alla diplomazia. Spero in uno spiraglio che possa evitare questo massacro quotidiano. Alternative non ci sono, peggio sarebbe lasciare a casa israeliani o palestinesi”, conclude Malagò.

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