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Novak Djokovic ha rilasciato un’interessante intervista alla giornalista serba Jelena Medic nella quale ha ufficialmente confermato la sua presenza (al netto di cambiamenti dell’ultim’ora) alle Atp Finals di Torino, rendendo ulteriormente più difficile la corsa di Sinner verso il Masters di fine anno: “Per ora ho intenzione di giocare a Parigi, le finali Masters a Torino e la Coppa Davis, è questo il mio programma fino a fine stagione. Dovrei essere a Belgrado entro il weekend, lascerò poi la Serbia per dedicarmi di più agli allenamenti e alle preparazione”.
Sulla sua partecipazione agli Australian Open del 2022, con ancora tante restrizioni da affrontare nel continente australiano: “Sto seguendo la situazione in Australia e per quanto ho capito, la decisione finale del governo australiano e di Tennis Australia sarà tra due settimane, quindi è la prima o la seconda settimana di novembre. Non credo che le condizioni cambieranno molto rispetto a quanto già sappiamo. Come è successo quest’anno, ci saranno molte restrizioni. Quello che ho sentito dal mio manager che è in contatto diretto con le persone della Federation of Australia è che stanno cercando di migliorare le condizioni per tutti. Sia per chi è stato vaccinato, sia per chi no. Non so se andrò in Australia, non so cosa sta succedendo. Attualmente la situazione non è affatto buona. In tutta questa gamma di cose, non so ancora se giocherò a Melbourne. Non so quale sarà il mio programma”.
Nole affronta la solita polemica sulla sua vaccinazione o meno e attacca la gestione del Covid a livello planetario: “C’è troppa speculazione. I media speculano molto e questo mi ha infastidito molto. C’è molta divisione nella società, non solo nello sport, ma in tutta la società, tra coloro che non sono stati vaccinati e quelli che non sono stati vaccinati. E questo è davvero spaventoso. Che siamo caduti nel discriminare qualcuno se vuole decidere da solo in un modo o nell’altro, se vuole essere vaccinato o no. Sono molto deluso dalla società mondiale in questo momento e dal modo in cui i media trasmettono e fanno pressione su tutte le persone. C’è troppa ambiguità, troppe informazioni che non sono valide. Non rivelerò il mio stato se sono stato vaccinato o meno. È una questione privata e secondo la nostra legge, chi te lo chiede, puoi in qualche modo accusarlo di avertelo chiesto. Questa è una domanda sbagliata. Troppe persone oggi si concedono una tale libertà di chiedere cose e di condannare una persona. Non ho parole per descrivere come sono diventati i media. Diffonde paura e panico tra le persone e non voglio partecipare a questa faida, c’è troppa ostilità”.
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