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Al Tour de France non esistono giornate tranquille. Anche in una tappa che apparentemente non presentava alcuna insidia e in cui l’epilogo a ranghi compatti pareva inevitabile, è accaduto il finimondo (o quasi). Ad aggiudicarsi l’undicesima frazione – con arrivo a Montpellier – è stato Peter Sagan, il campione del mondo: mai domo, sempre all’attacco, sempre protagonista, oggi anche vincente; seconda vittoria per lui in questa edizione della Grande Boucle, sesta in totale alla corsa francese.
Sagan si è imposto in uno sprint ristretto in cui ha avuto la meglio su… Chris Froome. Sì, perché dopo la vittoria conquistata sabato scorso a Bagnères-de-Luchon con un attacco in discesa, anche oggi la maglia gialla ha replicato, cogliendo ancora una volta di sopresa Nairo Quintana su un terreno apparentemente non suo. In barba a quanti da sempre lo considerano atleta poco avvezzo ai colpi di mano e a una condotta di corsa spettacolare.
Una frazione – quella odierna – che era facile considerare di trasferimento, ma sulla quale pendeva sin dalla partenza lo spauracchio di possibili ventagli. A inizio tappa vanno all’attacco in due – il campione nazionale francese Arthur Vichot e l’australiano Leigh Howard –, mentre in gruppo una caduta coinvolge fra gli altri la maglia a pois Thibaut Pinot, che tuttavia riparte senza gravi conseguenze. Vichot e Howard vengono presto ripresi e i ventagli arrivano puntuali: il gruppo si spezza in svariati tronconi, ma gli uomini di classifica rimangono attenti nelle prime posizioni, senza lasciarsi sorprendere. Almeno fino agli 11 km dalla conclusione, quando Sagan e il suo compagno di squadra Maciej Bodnar vanno all’attacco, seguiti da Froome e dal compagno di squadra Geraint Thomas.
Quintana, Adam Yates, Fabio Aru e tutti gli altri uomini di classifica si fanno sorprendere, e non hanno modo di replicare. I quattro guadagnano immediatamente una ventina di secondi, finché le squadre dei velocisti non si organizzano e iniziano a guidare l’inseguimento. Ma è troppo tardi. Sagan e Froome arrivano a giocarsi la tappa allo sprint: il campione del mondo ha facilmente la meglio sulla maglia gialla, che riesce a guadagnare – contando i 6” di abbuono – 12” sui più diretti rivali. Terzo si piazza Bodnar, mentre a regolare la volata del gruppo è Alexander Kristoff; del drappello non fa parte il suo compagno di squadra “Purito” Rodriguez, che paga 1’09” a causa dei ventagli.
Domani una delle tappe più attese della Grande Boucle, con l’arrivo inizialmente previsto ai 1912 m del Mont Ventoux. Ma è notizia di poco fa che, causa le forti raffiche di vento registrate in vetta al Monte Calvo (che non consentono di arrivare fin lassù), il traguardo sarà posto invece ai 1435 m dello Chalet Reynard, a 6 km dalla cima della leggendaria montagna. Verranno comunque affrontati circa 10 km di salita, con una pendenza media attorno al 9%: lo spettacolo – nel giorno di Festa Nazionale francese – non dovrebbe risultarne intaccato.