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Cresce l’attesa per la sesta edizione della Universal Youth Cup, competizione calcistica giovanile dedicata alla categoria esordienti 2005 che attrae squadre da tutto il globo. Ad un giorno dall’inizio del torneo, uno degli organizzatori, Umberto Mannella, si racconta a Sportface.it. “La manifestazione può essere la sintesi migliore di quanto offre il calcio anche alla luce degli eventi nefasti. E’ triste che il Chelsea abbia rinunciato a partecipare per paura di attentati agli aeroporti”.
Il torneo vero e proprio è alle porte ma la fase preliminare “preview” si è già conclusa. Come è andata?”
Quest’anno per la prima volta siamo andati ad organizzare fuori regione dei veri e propri tornei di eliminazione i cui vincitori hanno acquisito il diritto di accedere alla fase finale del nostro torneo. E infatti quest’anno, oltre alle 4 squadre vincitrici del Preview Toscana organizzato già da qualche anno, hanno avuto accesso alla fase finale il Tritium, vincitore del Preview Emilia Romagna e lo Sportland 2000, vincitore del Preview Sicilia”.
Ci può parlare della formula del torneo e quali sono le novità dalle scorse edizioni?
“Quest’anno per la prima volta il torneo è a 64 e forse è l’unico sul panorama italiana e non solo, a veder riunito un così alto numero di bimbi della stessa età a giocare tutti all’interno della stessa manifestazione. Le 64 squadre sono divise in 16 gironi da 4 e poi alla fine dei gironcini le prime andranno a giocare ottavi/quarti/semifinali/finali con le prime, le seconde con le seconde, le terze con le terze così le quarte con le quarte. Alla fine tutte le squadre giocheranno 7 partite e avremo una classifica finale dal 1° al 64° posto”.
Moltissimi paesi saranno rappresentati ma la vera novità è costituita dalla partecipazione dello United Academy Sport degli Emirati Arabi Uniti e dal G.A. Tokio dal Giappone. Quanta curiosità e soddisfazione le desta poter osservare da vicino proprio al Memorial Aliboni delle scuole calcio poco conosciute in Europa?
“Questa edizione si preannuncia memorabile dal momento che da un punto meramente calcistico si vedranno all’opera tante filosofie di calcio diverse; dalla scuola francese e spagnola, a quelle portoghese, serba, belga, svizzera, senza considerare poi che al torneo partecipano appunto anche una squadra americana, una giapponese, una senegalese ed una degli Emirati Arabi. Ritengo però, anche alla luce dei nefasti eventi che hanno sconvolto il Belgio, che questa manifestazione può davvero essere la sintesi migliore di ciò che offrono il calcio e lo sport in genere; persone da ogni parte del mondo che si divertono insieme inseguendo il sogno di poter vincere il torneo“.
Le passate edizioni hanno visto la presenza di ospiti illustri. Ci saranno anche quest’anno?
“Negli scorsi anni hanno presenziato al torneo Paolo Maldini, Enrico Chiesa, Antonio DI Natale, Angelo Carbone, Giulio Donati per non parlare di Pierluigi Collina e Adriano Galliani, presenti alle premiazioni dell’ultima edizione. Anche quest’anno non abbiamo dubbi che avremo ospiti all’altezza”.
Come si combina competitività e divertimento in un torneo calcistico per bambini e quale aspetto prevale?
“Il bello del nostro torneo è proprio la felice alchimia tra la possibilità per ogni bimbo, di qualsiasi livello e nazionalità, di vivere per 3 giorni e mezzo a stretto contatto con i coetanei delle squadre professionistiche più importanti d’Europa e la garanzia per le squadre professionistiche partecipanti, di un livello della manifestazione indubbiamente alto”.
Di quali valori e insegnamenti si vuole rendere portavoce il Memorial Aliboni?
“Da sempre l’obiettivo dell’organizzazione è di regalare un sogno ai tanti bimbi che ogni anno si sfidano sui campi della manifestazione; è bellissimo ricevere a distanza di anni ringraziamenti da parte di bimbi, di genitori e, addirittura, di allenatori per la magnifica e unica esperienza che hanno vissuto in quei 3 giorni passati in Versilia a giocare il nostro torneo. Non è un caso che il torneo sia intitolato al dott. Michele Aliboni, un affermato dottore della zona scomparso prematuramente, che ha sempre avuto per i bimbi e per i più deboli un occhio di attenzione”.
E’ annunciata ovviamente la presenza di osservatori e addetti ai lavori. Giunti alla sesta edizione della Universal Youth Cup, se la sente di dire che il torneo sia diventato ormai una delle più importanti vetrine calcistiche della categoria in Italia?
“Noi organizzatori non possiamo e non vogliamo pronunciarci su questo aspetto; di certo già da oggi abbiamo richieste di partecipazione per l’edizione 2017 non solo da parte di squadre dilettanti ma anche di importanti squadre professionistiche europee e non solo; sicuramente significa che in tutti questi anni abbiamo lavorato bene e che il meglio deve ancora venire”.
Con l’inizio alle porte, quale augurio si auspica per il torneo?
“Il nostro vero auspicio è che la gioia dello scendere insieme in campo all’insegna dei valori del rispetto e del divertimento e la bellezza di confrontarci con persone di paesi e culture diverse ci aiutino a far capire al mondo che la paura scaturente da episodi come quelli successi a Bruxelles negli ultimi giorni non deve portarci a rinunciare a vivere con serenità il nostro quotidiano, consapevoli che insieme si possono fare grandi cose. Pensare che una squadra importate come il Chelsea abbia rinunciato ad una manifestazione come la nostra per la paura di attentati negli aeroporti rattrista il cuore”.