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Nuoto, Swim Open di Stoccolma: vincono Mencarini e Codia

Foto EKranharst CC BY-SA 3.0

Debutto positivo per la rappresentanza azzurra nella prima giornata degli Swim Open di Stoccolma, in corso nella capitale svedese da oggi al 2 aprile.  Vittoria tra gli uomini per Luca Mencarini nei 200 metri dorso (1:58.73). L’italiano precede il polacco Radoslaw Kawecki (2:00.20) e lo svedese Mattias Carlsson (2:01.07). Sesto l’altro atleta azzurro in gara Federico Turrini in 2:01.55. Vittoria anche per Piero Codia nei 50 metri farfalla. Arriva al traguardo in 23.65 precedendo i russi Sergei Fesikov (23.94) ed Evgeny Sedov (24.00).

Tra le donne, nei 200 metri stile libero sesto posto per Chiara Masina Luccetti (2:01.42) e ottavo per Margherita Panziera (2:03.57) in una gara dominata dalla svedese Sarah Sjöström (1:54.87). Al secondo gradino del podio la russa Viktoriia Andreeva (1:58.86) e al terzo l’altra svedese Ida Marko-Varga (2:00.27).   Nelle batterie eliminati Edoardo Giorgetti nei 200 metri rana e Margherita Panziera nei 50 metri dorso. Ilaria Scarcella e Marco Orsi sono gli altri italiani che fanno parte della selezione azzurra e che scenderanno in acqua nei prossimi giorni.

È di oggi anche un’altra notizia: la  Fédération internationale de natation (Fina) ha reso noto in un comunicato di stare esaminando le decisioni della Federnuoto cinese in merito a due casi di doping che coinvolgono Wang Lizhuo e An Jiabao, entrambi positivi al clenbuterolo fra agosto e settembre del 2015 e non ancora sanzionati. Nel comunicato si fa riferimento anche ai casi del 2016 che riguardano altri tre nuotatori cinesi, ancora in attesa di giudizio dalla Federazione, positivi all’ idroclorotiazide, un diuretico.

In attesa di prendere le decisioni opportune, la Fina ricorda che tra i suoi doveri vi è quello di liberare lo sport del nuoto dalla piaga del doping e proteggere la maggior parte degli atleti, che sono puliti. Il campanello d’allarme sul nuoto cinese era scattato dopo un’inchiesta di qualche giorno fa del Times secondo cui la Federazione cinese aveva coperto cinque casi di doping fra la fine del 2015 e l’inizio del 2016.

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