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Un’altra testimonianza, un’altra denuncia, un’altra storia di sofferenza. McKayla Maroney, campionessa olimpica e mondiale di ginnastica artistica, parte della squadra americana che a Londra conquistò la medaglia d’oro a squadre, si aggiunge alla lunga lista di ragazze che hanno accusato il dottor Larry Nassar, fisioterapista che ha operato al Ranch dei Karoliy per decenni, di aver sessualmente abusato di loro mentre si trovavano ai training camp nazionali.
Ecco le parole che la ventunenne californiana ha condiviso su Twitter: “Le parole che ho sentito negli ultimi giorni sono state d’ispirazione per me (si riferisce a Tatiana Gutsu, la ginnasta russa che ha a sua volta accusato di molestie il suo allenatore Vitaly Scherbo). So quanto sia difficile parlare pubblicamente di una cosa tanto orribile e personale, perché è successo anche a me. La gente deve sapere che cose del genere non accadono solo ad Hollywood, accadono ovunque. Ovunque ci sia una posizione di potere, sembra esserci la possibilità dell’abuso. Avevo un sogno: andare alle Olimpiadi. Ma ciò che ho dovuto sopportare per raggiungerlo è stato inutile e disgustoso“.
Maroney prosegue con la rivelazione: “Sono stata molestata dal Dr. Larry Nassar, il medico della squadra nazionale americana di ginnastica artistica. Mi diceva che stavo ricevendo “trattamenti medici necessari” che aveva eseguito sui pazienti per oltre 30 anni. Tutto è cominciato quando avevo 13 anni, ad uno dei miei primi allenamenti con la Nazionale, in Texas, ed è andato avanti fino a quando ho lasciato l’attività. […] È successo a Londra prima della finale a squadre dove abbiamo vinto l’oro e anche prima della finale al volteggio. La notte più spaventosa della mia vita è stata quando avevo 15 anni: durante il volo diretto a Tokyo mi aveva dato una pastiglia per dormire e, quando mi sono svegliata, mi trovavo da sola con lui in una stanza d’albergo per ricevere un “trattamento”. Ho pensato che sarei morta quella notte”.
Infine il messaggio: “Le Olimpiadi sono simbolo di speranza e gioia. Ispirano le persone a combattere per i propri sogni, perché tutto è possibile con duro lavoro e determinazione. Mi ricordo di quando guardavo le Olimpiadi di Atene nel 2004: avevo 8 anni e mi ero detta che un giorno avrei vestito quel body blu, rosso e bianco e avrei gareggiato per il mio Paese. Ce l’ho fatta e sicuramente, dall’esterno, la mia è una bellissima storia. Ce l’ho fatta, ma non senza un prezzo da pagare. Le cose devono cambiare, ma da dove iniziare? Uno: denunciando e rendendo noti gli abusi. Due: condannando le persone, le istituzioni, le organizzazioni, specialmente coloro che occupano posizioni di potere per le loro azioni inappropriate. Tre: educando e prevenendo ad ogni costo. Quattro: avendo tolleranza zero per i molestatori e coloro che li proteggono. Spero che sia possibile porre fine a questo tipo di abuso, spero che per i sopravvissuti sia possibile parlare senza il timore di dover rinunciare ai loro sogni. Il nostro silenzio ha dato potere alle persone sbagliate troppo a lungo ed è tempo di riprenderci questo potere. Ricordate: non è mai troppo tardi per denunciare“.