Formula 1

Formula 1, le pagelle del GP d’Australia

Vediamo chi ha fatto bene e chi male nella corsa inaugurale della stagione di F1, a Melbourne. C’è anche la new entry Jolyon Palmer.

Vettel 9.5. Ovvia è il migliore per distacco: dalla partenza alla gestione di gara passando per il piede caldo nei 15 giri finali per riacciuffare Luigino. L’errore in extremis non conta, non è detto che sarebbe riuscito a passarlo. I suoi punti tengono a galla il team.

Mercedes 9. Per la serie: abbiamo tutto sotto controllo.

Rosberg 9. Sembra uno di quegli attaccanti d’area di rigore, sempre al posto giusto al momento giusto. Non ne indovina una per tutto il fine settimana e poi la domenica frega tutti con un eurogol: prima vittoria stagionale e 25 punti.

Grosjean 8.5. Porta la Haas Ferrari al sesto posto nel giorno del suo esordio mondiale. Un risultato grandioso. Avrà smesso di combinare guai? Anche perché il francesino non è mai stato un asino.

Alonso 7. Il voto non è per l’incidente, ovviamente, ma perchè è vivo. La McLaren gli porta male: il primo anno lo inaugurò con una misteriosa scossa elettrica nei test e saltò la prima gara, il secondo con un incidente che passerà agli annali della F1. Onesto, ha ammesso che era colpa sua. Pelle dura.

Palmer 7.5. Il figlio d’arte ha chiuso 11° con la esordiente Renault, ai margini della zona punti e dopo essersi tenuto dietro l’insopportabile tandem della Toro Rosso. Scommettiamo che ci sorprende?

McLaren 7. Non per la vettura che anche quest’anno è un catorcio, ma per la cellula di sicurezza in carbonio che ha permesso ad Alonso di uscire illeso. Come ha scritto Mansell su Twitter: «Se in passato le auto fossero state così sicure, molti piloti si sarebbero salvati». McLaren-Beghelli.

Raikkonen 6.5. Solidarietà. Ci chiediamo cosa abbia fatto di male in questa vita o nell’altra per meritarsi un pozzo senza fondo di sfiga. Era terzo quando è stato costretto al ritiro. Non tradisce il suo soprannome ‘Iceman’ quando glaciale resta seduto in macchina mentre l’airscope è flambé.

Ricciardo 6.5. La Red Bull ha il telaio di una Lamborghini e il motore di una 500, l’australiano chiude 4° ai piedi del podio. È uno di quei piloti che vorremmo vedere su una macchina top.

Massa 6. A fine gara, pubblica su Instagram una foto in cui raggiante è sull’aereo che lo riporta a casa. Ne ha ben donde: 5° con la Williams dopo una corsa accorta. Vecchia volpe brasiliana.

Gutierrez 6. Perché il suo cuore ha retto allo spavento dell’incidente bestiale con Alonso e perché va subito ad abbracciarlo sincerandosi delle sue condizioni. Innocente.

Hamilton 5. Luigino ma che combini? Pattini come un novello, accusi Nico di averti portato fuori pista, piagnucoli perché non riesci a passare Verstappen? Invece di suonarle, gliele hanno suonate.

Sainz 4.5. La bandiera rossa ha penalizzato anche la sua prestazione, ma lo spagnolo non ha convinto nella conduzione della gara. Nei sorpassi non ha certo il pelo sullo stomaco del compagno di squadra Verstappen. Alla fine i due galletti si toccano e per poco non fanno una frittata imperdonabile.

Ferrari 4. Suggeriamo un corso online di strategia anche scontato su Groupon. Due Ferrari in testa a Melbourne, poi il turbo brucia Raikkonen e i meccanici rallentano Vettel nell’ultima sosta fissando con calma una ruota. Certe occasioni non vanno sperperate. Ci perdonino: più Red Bull e meno camomilla.

Arrivabene 4. Le televisioni di mezzo mondo lo inquadrano mentre esulta come un tifoso qualunque davanti alla partenza lanciata di Vettel, ma la sua grinta finisce qui. Le strategie sono una mozzarella. Peggio va quando dichiara che non si aspettava che le Mercedes montassero le medie. Dov’era durante i test di Barcellona? Al mare? Ironmauri puoi far meglio.

Verstappen 3. Il talento c’è, l’arroganza pure, l’educazione forse. Di sicuro non in pista. Vuole superare a tutti i costi il compagno di squadra Sainz e chiede l’aiuto dei box. L’olandese era più rapido, ma, caro Max ce la devi fare da solo!

Bottas 2. Massa è quinto e lui 8°, ma soprattutto è diventato trasparente. Due anno fa fu autore di una gara meravigliosa a suon di sorpassi. Cosa gli succede? Fantasma.

Qualifiche ‘shoot out’ 0. Direbbe Flavio Briatore: “Siete fuori!”. Non lo citiamo a caso: è stato lui a suggerire su Twitter che queste qualifiche non le ha volute Ecclestone come si sente dire in giro. Lancia il sasso e nasconde la mano però. Di chiunque sia stata la pessima idea perché il boss indiscusso della F1 non si è opposto? Non importa: dal Bahrain si torna al sistema precedente di qualifiche. Gallina vecchia fa buon brodo.

Infine il voto alla Formula 1, che merita 10 e lode perché è incredibile che questo sport sia ancora in piedi nonostante le idee malsane di chi lo gestisce.

 

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