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Il caso Alex Schwazer continua a tenere banco e secondo quanto riportato dall’analisi del DNA condotta dal Laboratorio del Ris di Parma, i campioni potrebbero esser stati manipolati. Gli esami hanno rilevato delle “stranezze”, in particolare una concentrazione anomala del Dna dell’atleta azzurro. Circa 437 nanogrammi microlitro nel campione A mentre nel B addirittura 1187. Livelli elevati se si considera che, secondo la letteratura scientifica prodotta dai laboratori accreditati presso la Wada, le urine conservate a -20 gradi dopo una settimana riducono a 1/7 il valore quantitativo del DNA.
La Iaaf ha deciso di incaricare a Ginevra uno studio scientifico per dimostrare che la differenza, nei valori del DNA tra campione A e campione B, non rappresenta un valore reale e tangibile. Nel mentre il giudice per le indagini di preliminari di Bolzano a sua volta ha disposto un esame prelevando circa cento campioni di urine da 100 persone. Nell’arco di tre mesi i campioni verranno riaperti per analizzare se la concentrazione del DNA è davvero ‘crollata’ ed in che quantità : in questo modo i giudici potranno valutare in modo comparativo gli esami effettuati sui due campioni di Alex Schwazer