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L’Italia U19 è in finale agli Europei di categoria in Finlandia. Grazie alla vittoria per 2-0 sulla Francia, gli azzurrini conquistano l’atto conclusivo contro il Portogallo, che si conferma fucina di talenti nei tornei internazionali per categoria, e che ha battuto 5-0 un’impresentabile Ucraina nelle semifinali.
La squadra di Paolo Nicolato si è presa la rivincita dopo la sconfitta in finale per 4-0 di due anni fa contro i galletti condotti da un certo Kylian Mbappé, grazie alle reti di Christian Capone, scuola Atalanta, e Moise Bioty Kean, di proprietà della Juve. Domenica (alle 18:30 in diretta su RaiSport) a Seinajoki si giocheranno il titolo europeo contro un Portogallo, già battuto 3-2 nella fase a gironi, a cui si lega l’unico trionfo dell’Italia nell’Europeo di categoria organizzato dalla Uefa del 2003 in Liechtenstein firmato dai gol di Pazzini e Della Rocca.
NAZIONALE GIOVANILE: DA RECORD – Manca ancora l’ultimo tassello per esultare definitivamente, ma l’Italia di categoria ha già compiuto un qualcosa di storico, conquistando la seconda finale in due anni di edizioni di Europei saltando quelli georgiani del 2017: con la qualificazione alle semifinali, gli azzurri si sono garantiti la partecipazione ai Mondiali U20 dell’anno prossimo, ma soprattutto danno seguito all’altro atto finale, perso, in Inghilterra contro l’Olanda ai rigori dall’under 17.
Se la nazionale maggiore ha deluso, non qualificandosi per la seconda volta ai Mondiali, a 60 anni da quelli svedesi per mano dell’Irlanda del Nord in un cerchio che si è chiuso con gli scandinavi, proprio i paesi nordici europei hanno restituito qualcosa ai giovani azzurrini, che ora non devono accontentarsi di un altro secondo posto dopo quello del 2016. Sono ben 6 le medaglie d’argento italiane, raccolte nel ’59 contro la Bulgaria in casa loro, contro la Germania Est a Jugoslavia 1986, con la Spagna a Grecia ’95, Portogallo in Svezia a fine anni ’90 e ancora Germania 10 anni fa.
Tre invece sono le medaglie d’oro, raccolte nel 1958 contro l’Inghilterra, nel ’66 ex aequo con la Russia e la rivincita contro i lusitani di 15 anni fa. Più altre 3 medaglie di bronzo, che fanno l’Italia la quinta più decorata del medagliere a quota 12 medaglie, dietro il Portogallo a quota 16, la Francia a 18 e le prime due Inghilterra e Spagna rispettivamente a 20 e 21 successi complessivi.
Dal 1948 ad oggi, anno della prima edizione, salvo poi essere organizzato dal ’55 dall’Uefa al posto della Fifa, ci sono state varie nazionali a bissare la finale, ma poche a farlo per due volte nella storia come l’Italia che dopo la fine degli anni ’50, si ripete in questa circostanza, dato che non ha preso parte a quella del 2017. Forse non raggiungerà le 3 finali di fila di Inghilterra e Portogallo, ma tra Armenia 2019 e Irlanda del Nord 2020, qualificazione permettendo, potrebbe continuare a sperare.
STORIA DI UN TRIONFO: IL TRAGITTO- L’opera va conclusa, ma l’Italia si sta comportando da grande squadra, ottenendo il risultato nel momento che conta, mostrandosi fredda e senza paura.
Inserita nel girone A dove partiva favorita, vincendo all’esordio con i padroni di casa con il gol del neo Roma Zaniolo; dunque, nel match della verità, non ha sbagliato nel pirotecnico 2-3 contro i rivali portoghesi, che di fatto ritroverà in finale. Una vittoria meritata, anche se sudata nei minuti finali quando Quina ha dato speranza dopo che Frattesi sembrava averla chiusa dopo aver dato seguito alla rete di Scamacca, che aveva riportato in vantaggio gli azzurrini dopo il pareggio di Luis al gol di Capone.
Quindi, l’errore da non fare contro la Norvegia, per blindare primo posto e Mondiali U20: Kean al 83’ blinda il pareggio, qualificandosi per la più equilibrata e classiche delle partite con la Francia, giocata in modo perfetto. Domenica, contro i lusitani che vorranno la rivincita, l’atto finale: i portoghesi hanno asfaltato l’Ucraina, ottima nel far fuori l’Inghilterra, peraltro out nello spareggio mondiale contro la Norvegia concludendo con una pessima figura un Mondiale da dimenticare rispetto alla semifinale ottenuta da quella maggiore.
https://www.youtube.com/watch?v=Pr8IZDphjrw
I PROTAGONISTI: DA PLIZZARI A KEAN. Dal 2003 AD OGGI
Formazione titolare contro la Francia
Modulo: 4-2-3-1
All. Nicolato
Titolari: Plizzari, Tripaldelli, Zanandrea, Zaniolo, Bettella ©, Frattesi, Capone, Bellanova, Brignola, Tonali, Kean.
Panchina: Cerofolini, Candela, Del Prato, Gabbia, Mallamo, Marcucci, Melegoni, Pinamonti, Scamacca.
La formazione scritta poc’anzi, è quella che ieri è stata schierata dal commissario tecnico Paolo Nicolato, che più o meno non ha cambiato molto, anche se a volte ha adattato anche il 4-3-1-2 e il 4-3-3.
Com’è possibile scorgere dalla lettura sia dei titolari che dei panchinari ci sono giocatori più o meno noti agli appassionati di calcio, con giocatori che già hanno presenze in A e che stanno facendo benissimo sin qui, trascinando l’Italia con gol e giocate. A partire dal portiere scuola Milan Alessandro Plizzari, che l’anno scorso ha giocato in prestito alla Ternana discesa negli inferi della Serie C, autore di due clean sheet fin qui, candidandosi come futuro portiere delle prossime selezioni della nazionale, che magari tornerà a partecipare alle Olimpiadi, a cui l’Italia manca dal 2008 dove giunse ai quarti di finale. Tra i giocatori più interessanti ci sono Nicolò Zaniolo, scambiato dall’Inter con Davide Santon per Radja Nainggolan più soldi, e il capitano Davide Bettella, classe 2000 ed ora all’Atalanta ma anch’egli scuola Biscione, uno dei cinque Millennials insieme al portiere, Raoul Bellanova, Sandro Tonali e Moise Kean, il capocannoniere della squadra insieme al centrocampista neo Roma a quota due reti. Il giocatore di Vercelli si è divorato qualche gol, ma può migliorare in una squadra di medio livello, considerato che è diventato il primo classe 2000 a segnare in uno dei massimi 5 campionati europei oltre ai 4 gol con l’Hellas Verona di quest’anno.
Poi ci sono anche Christian Capone da Bergamo, Enrico Brignola, una scheggia che può migliorare sottoporta, magari a Sassuolo in compagnia di Gianluca Scamacca, a quota 2 assist nel torneo: infine, partendo dalla panchina, Filippo Melegoni e Andrea Pinamonti con la loro discreta esperienza, anche europea, hanno dato il loro contribuito.
Dalla nazionale U19 sono passati anche Manuel Locatelli, recordman di presenze con 20 match insieme a Mauro Coppolaro, e Mattia Destro capocannoniere con 14 reti, che si sono ritagliati comunque un buon rispetto in massima serie. Ma, sicuramente, tutti ricorderanno di coloro che fecero parte della spedizione del 2003, quando c’erano Giorgio Chiellini, che poi ha vinto di tutto con la sua Juventus di cui ora è capitano, ma anche Alberto Aquilani e il talismano Simone Padoin, oltre a quello che ha avuto maggior fortuna tra gli attaccanti come Giampaolo Pazzini, autore di 111 reti in carriera in Serie A.
FUTURO: L’ITALIA È IN BUONE MANI?- Di quella Italia, alcuni vinsero poi il bronzo ad Atene 2004, seconda medaglia olimpica di sempre dopo l’oro di Germania 1936. C’erano volti noti, che poi, hanno spiccato il volo: i campioni del mondo Marco Amelia, Andrea Barzagli, Andrea Pirlo, Daniele De Rossi e Alberto Gilardino, che facevano parte della troupe guidata da Claudio Gentile, ma anche Daniele Bonera, Giorgio Chiellini e Emiliano Moretti. Insomma, comunque vada, anche da questa squadra usciranno alcuni interpreti importanti, che già hanno assaggiati palcoscenici prestigiosi: uniti agli eroi di Germania 2016 di ct Paolo Vanoli come Alex Meret, ora al Napoli, Nicolò Barella, presto in una big, e Patrick Cutrone, e ai veterani già presenti della squadra di Roberto Mancini, si spera, il futuro, sia, di grandi soddisfazioni. Intanto: in bocca al lupo azzurrini.