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Alcaraz vuole tornare a vincere: la rincorsa al trono di Djokovic riparte dall’Australia

Carlos Alcaraz
Carlos Alcaraz - Foto Ray Giubilo

La vittoria su Djokovic nella finale di Wimbledon sembrava poter rappresentare il cambio della guardia definitivo, invece ha significato esattamente l’opposto. La stagione di Carlos Alcaraz, fino a quel momento clamorosa, di fatto si è fermata lì; quella di Djokovic, che già poteva vantare due slam, è invece decollata. Dovrà ripartire proprio da quel successo in vista del 2024 Carlos, chiamato a dimenticare gli ultimi mesi opachi e a dimostrare di aver imparato dai suoi errori.

Il talento non si discute e il fatto che sia lui che Djokovic abbiano un anno in più gioca ovviamente a suo favore. Allo stesso tempo, però, stanno arrivando altri rivali (Sinner in primis) e c’è il rischio che la poltrona rischi di essere più scomoda proprio perché da dividere con altri giocatori. Non dobbiamo dimenticare tuttavia che stiamo pur sempre parlando di un talento generazionale, capace di vincere già due slam e di trascorrere 36 settimane in vetta al ranking. Ergo, insieme a Djokovic, non potrà che essere lui l’osservato speciale per il 2024.

Il 2023 non era iniziato nel migliore dei modi per Alcaraz, costretto a saltare per infortunio l’intera trasferta Down Under, compreso l’Australian Open. Al ritorno in campo, però, ha ripreso da dove aveva lasciato a fine 2022, vincendo sei dei primi undici tornei giocati (e raggiungendo la semifinale in 9). Tra i suoi successi annoveriamo Wimbledon, i Masters 1000 di Indian Wells e Madrid, e gli Atp 500 di Barcellona e Queen’s (oltre al 250 di Buenos Aires).

La seconda metà di stagione è stata invece più complicata. Dopo i buoni risultati in Nord America, dove però è mancato l’acuto (finale persa contro Djokovic a Cincinnati nonostante match point a favore e semi persa a New York contro Medvedev), è iniziato il crollo verticale. Dopo le sconfitte contro Sinner e Dimitrov in Cina, a Bercy è uscito di scena addirittura all’esordio contro Safiullin. Anche alle Atp Finals ha rischiato di non superare il girone, ma è riuscito a riscattare con due vittorie il ko all’esordio contro Zverev, arrendendosi poi a Djokovic in semifinale.

Chiudere l’anno da numero due, con uno slam in tasca, ovviamente è positivo. Non si può dire lo stesso del momento di forma dato che lo spagnolo non raggiunge una finale dallo stesso agosto. Servirà dunque invertire la rotta in vista del 2024, che è iniziato con un match d’esibizione – in Messico contro Paul – e proseguirà con un secondo – in Arabia Saudita contro Djokovic. Non sono previsti invece tornei prima dell’Australian Open, dove Alcaraz non è mai andato oltre il terzo turno ed avrà una grande occasione per mettere in cascina dei punti.

L’obiettivo è ritrovare quella serenità e quella fiducia alla base del suo tennis, che funziona solo se lo stesso Carlos funziona, giocando col sorriso. Sicuramente l’assenza a Melbourne di Ferrero – operatosi a un ginocchio – non aiuta, ma Alcaraz è circondato da un team affidabile e potrà fare molto bene. Una volta ritrovato il suo tennis, finalmente potrà pensare di impensierire nuovamente Djokovic, mettendo nel mirino il primo posto del ranking Atp. Ed è ciò che si augurano tutti gli appassionati di tennis, desiderosi di vedere un Alcaraz al meglio nel 2024, pronto a battagliare con Nole ma anche con Sinner.

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