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WTA Stoccarda 2018, Coco Vandeweghe: “Soddisfatta dell’atteggiamento mentale”

CoCo Vandeweghe - Foto Ray Giubilo

Da Stoccarda, l’inviato Giulio Gasparin

È stata forse la più grande sorpresa di giornata quella che ha visto come protagonista la portacolori degli Stati Uniti, Coco Vandeweghe, estromettere la numero 1 del mondo Simona Halep nei quarti di finale del torneo di Stoccarda, su terra rossa al coperto. Nonostante le condizioni veloci, la superficie ed il momento suggerivano una vittoria agevole per la prima favorita del seeding, che invece non ha trovato risposta (letteralmente) al servizio ed ai colpi da fondo dell’americana.

Oggi è scivolata via molto velocemente,” ha spiegato la rumena: “lei ha servito davvero bene e io non riuscivo a leggere le sue direzioni. Quando mi ha breccato per chiudere il primo set, mi sono lasciata un po’ abbattere ed il secondo set non sono più riuscita ad alzare il livello. Non sono mai entrata in partita, lei non mi ha fatto trovare il ritmo e alla fine ho sbagliato troppo.”

Per la ventiseienne californiana si è trattata della terza vittoria in quattro precedenti contro una numero 1 del mondo: “Vincere contro una numero uno del mondo è sempre qualcosa di speciale, penso che sia una vittoria di pedigree e quando ci giochi contro speri sempre di uscirne vincente e penso di potermi considerare fortunata nell’aver giocato una bella partita e portato a casa la vittoria. So che sembra un po’ un disco rotto, ma ho controllato quello che potevo controllare da parte mia e sono molto soddisfatta di questo.”

Di contro, Simona Halep è uscita dal campo senza aver mai trovato il proprio miglior gioco, in una giornata tutt’altro che perfetta: “per me, qui è sempre difficile giocare, il campo è diverso dalla terra outdoor. Ma non voglio trovare scuse, lei ha giocato meglio di me ed è per questo che ha vinto.”

Eppure, è sembrato chiaro che la leader delle classifiche mondiali non fosse al 100%: “sento ancora un po’ la gamba e per questo non riuscivo a muovermi come vorrei: non sono riuscita a giocare il mio gioco migliore. Ora torno a casa qualche giorno, farò fisioterapia ogni giorno e penso che in un paio di giorni sarò a posto per Madrid, che è uno dei miei tornei preferiti.”

Proprio in Spagna, le due si erano incontrate sempre nei quarti di finale, ed allora era stata la rumena ad imporsi in due set a senso unico. Per la Vandeweghe, quello che è cambiato da parte sua è stata la mentalità con cui ha affrontato l’incontro: “rispetto all’anno scorso penso che sia cambiato il mio atteggiamento mentale: oggi il mio obiettivo era quello di mostrare che ci sarei stata mentalmente su ogni punto, non importa il punteggio nel game o nel set.”

Nonostante l’aver reso ormai più che chiaro il fatto che il rosso non le vada a genio, la numero 16 del mondo sta lavorando per arrivare al meglio della condizione a Parigi: “sicuramente settimane come queste, in vista di un grande slam, sono importanti per me perché posso provare diverse cose per i Grande Slam: ci sono giorni in cui gioco come vorrei, altri invece provo cose su cui sto lavorando. Diciamo che i tornei che non sono dello slam, per me, sono parte del mio ciclo di allenamento e avvicinamento a quelli che più contano.”

E fin qui, il suo, è stato un cammino eccezionale, con vittorie di qualità assoluta per raggiungere la prima semifinale in carriera sulla terra rossa: “questo torneo ha un’incredibile qualità di giocatrici, addirittura da numero 16 del mondo non sono testa di serie e quindi devi giocare contro giocatrici fortissime già dal primo giorno: io ho dovuto affrontare Sloane (Stephens) al primo turno e poi Laura (Siegemund) che qui difendeva il titolo. Oggi contro Simona in un terzo turno non è un tabellone facile, però penso che ora non sia diverso da alcun altro incontro. Forse quando ero più giovane l’idea di giocare contro la numero uno del mondo mi emozionava, mentre ora prendo questo tipo di match come qualunque altro, altrimenti credo sia più facile perdere.

Ma quando si è menzionato il nome dell’avversaria tra lei e la finale, la risposta è stata breve, come a non voler rivelare che, a questo punto, una finale sulla tanto odiata terra rossa sia possibile, anche se nuovamente partirà da sfavorita: “È un po’ di tempo che non gioco contro Caroline (Garcia), ma non penso che sia molto diverso dal solito: è sempre tennis, un torneo, una partita… le solite cose!

Dovesse vincere, si troverebbe ad un passo dalla Porsche in palio per la vincitrice dell’evento, lei però non ha voluto pensarci ancora, nonostante la passione per le quattro ruote e la guida: “non ho ancora pensato molto alla Porsche in fondo al campo. Oggi con Bethanie (Mattek-Sands) ho parlato di cosa avrebbe fatto lei con la macchina… però anche a me piacciono le macchine e penso di essere un’ottima pilota. Mi piace guidare e mi piace guidare veloce, però quest’anno non mi è ancora arrivata nessuna multa per fortuna (tocca ferro!). Aneddoto divertente: mia mamma ha regalato a me, mio fratello e mio cugino dei ticket per girare in un autodromo, ma quei due si sono rubati il mio e quindi non ho ancora avuto la chance. Speravo di poter provare i miei skill in un circuito di gara, ma non è andata, nemmeno qui ho avuto l’occasione, visto che so che altre giocatrici hanno avuto questa chance… magari l’anno prossimo!”

 

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