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Tennis, caso Sharapova: interviene anche Ashley Harkleroad

Maria Sharapova - Foto Ray Giubilo

Vi ricordate di Ashley Harkleroad? Sì, esatto, ricordate bene. Fu la prima tennista a comparire sulla celebre rivista erotica americana Playboy. Passata agli annali quindi più per le gesta fuori dal campo che per quelle esibite all’interno del rettangolo di gioco, la bella Ashley si inserisce all’interno del calderone di dichiarazioni rilasciate, più o meno formalmente, sul caso doping di Maria Sharapova.

Da tennista ebbe come annate migliori il 2003 (quando raggiunse il suo best ranking di numero 39) e il 2004 (quando disputò la sua prima e unica finale a livello WTA in quel di Auckland, sconfitta dalla greca Danilidou). Poi, tornando al gossip “fuori campo”, a fine 2004 si sposò con il tennista (a suo tempo, si è ritirato nel 2014 dopo aver perso nelle qualificazioni degli US Open) Alex Bogomolov, rapporto che durò due anni. È attualmente sposata con l’ex tennista americano Chuck Adams con il quale ha avuto due figli che l’hanno poi allontanata definitivamente dal circuito WTA, dopo un breve rientro, nel 2010.

Interviene, come detto, sul caso Sharapova, tramite un blog dove attualmente scrive, Yourtango.com: “Ho passato 12 anni della mia vita come tennista professionista dall’età di 13 a quella di 25 anni. Il tennis era la mia vita, ho giocato contro tutte le migliori: da Serena Williams a Jennifer Capriati, da Martina Hingis fino a Maria Sharapova. Quindi potete capire come personalmente mi sono sentita quando ho avvertito la notizia di Maria Sharapova che assumeva Meldonium, ora proibito: ero in******a nera!”.
Prosegue Ashley parlando della prima volta che ha incontrato Maria Sharapova all’accademia di Nick Bollettieri: “Fui quasi impaurita dalla potenza dei suoi colpi e impressionata dall’entourage di esperti che le stava a fianco, fino a papà Yuri sempre vigile e attento su di lei – continua – c’era una grande attesa da parte dei media per questo nuovo fenomeno del tennis, era considerata come la nuova Kournikova”.

Poi la Harkleroad racconta delle sfide contro Maria, 5 in totale, e del fatto che non riuscì mai a sconfiggerla: “Era programmata per vincere già all’età di quattro anni e credo che la sua carriera era già stata pensata a tavolino da papà Yuri, non sono mai riuscita a batterla, era troppo forte per me.” Ashley racconta allora di come crebbe in lei un senso di gelosia nei confronti di Maria Sharapova, ma anche sospetti sul fatto che “era diventata troppo alta per come sono alti i suoi genitori!” e, quasi a conferma del fatto che non stesse giocando lealmente, i suoi sospetti divennero più concreti quando Yuri Sharapov le diede consigli dalla tribuna agli US Open del 2006, quando ciò era vietato dal codice della WTA. Immancabili i riferimenti al grunting della siberiana: “non era soltanto fastidioso, sembrava strategico”. Ma poi il bagno di umiltà: “Nel tempo però l’ “odio” nei suoi confronti divenne totale ammirazione, lei ha tutto: i titoli, gli sponsor, i soldi e la bellezza – prosegue – ho capito che potevo allenarmi quanto volevo ma al 99% avrei perso contro Maria e a un certo punto ciò diventò OK per me, anzi mi sentivo onorata di aver potuto affrontare un’icona”.

Ma poi il Meldonium: “Qui viene il bello: proprio quando diventi un’icona è a questo punto che vengono le responsabilità. Hai il dovere di giocare lealmente ed aver rispetto per lo sport. In questo momento mi sento truffata, e penso che anche altre persone sentano lo stesso sentimento. Ovviamente Maria non stava giocando secondo le regole – prosegue sul meldonium – questa droga aumenta la tua abilità di giocare sopra e oltre le tua naturali possibilità”. Poi Ashley chiude andandoci giù pesante: “Penso che questa trasgressione debba essere seriamente punita perché pare che per ben 10 anni la Sharapova non abbia giocato in maniera pulita. Questa notizia è stata frustrante per me e molti altri, ma – chiude – dopotutto lei può aver vinto 30 titoli in singolare e 5 grand slam, ma ora mi sento come se stessi vincendo anche io, e mi piacerebbe avere un’altra opportunità di giocare contro di lei in condizioni di lealtà. Anche se tutto questo tempo è trascorso, non posso fare a meno di chiedermi: chi è la vera Maria Sharapova?“.

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