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Sono passati quasi nove anni da quel 10 maggio del 2007, la data che ha probabilmente riscritto la storia moderna del tennis italiano: Filippo Volandri e il suo ex coach Fabrizio Fanucci raccontano ai microfoni di Sportface.it il grande successo del tennista livornese contro il campione svizzero Roger Federer, quando agli ottavi di finale degli Internazionali BNL d’Italia” Filo” si impose clamorosamente 6-2 6-4 sul Campo Centrale del Foro Italico..
In un momento opaco per il tennis italiano, quella di Filippo Volandri, accreditato di una Wild Card e capace di battere anche Richard Gasquet e Tomas Berdych in quei giorni, rappresentò una vera e propria boccata d’ossigeno per tutto il movimento tennistico maschile: “È stata probabilmente la più bella vittoria della mia carriera: battere il numero 1 del mondo in casa fa ovviamente un certo effetto” – ha raccontato l’azzurro a Sportface.it –. “Il Foro Italico ha un’atmosfera particolare, soprattutto noi giocatori italiani siamo più sotto pressione perché ci teniamo doppiamente a far bene. C’è chi reagisce bene e chi reagisce male: io a dir la verità in quel torneo ho sempre giocato bene al di là delle vittorie o delle sconfitte.”
Fu una settimana memorabile per i nostri colori nella splendida cornice del Foro Italico: l’allora numero 1 d’Italia, alla 53esima piazza del ranking mondiale, raggiunse la semifinale 29 anni dopo Adriano Panatta, ultimo italiano a compiere l’impresa nel 1978, battuto poi nell’atto conclusivo del torneo dal leggendario Bjorn Borg; Potito Starace fermò la sua corsa solo agli ottavi di finale, contro il russo Nikolay Davydenko, dopo avere sconfitto Juan Carlos Ferrero nel turno precedente; Mara Santangelo, in coppia con la transalpina Nathalie Dechy, si aggiudicò il torneo di doppio femminile.
Grandi ricordi legano infatti l’atleta toscano al prestigioso complesso del Foro: “Ho fatto una volta quarti, due volte ottavi, nel 2010 ho perso un match tiratissimo con Gulbis. Ho sempre dato tanto a questo torneo: se avevo un sogno nel cassetto non era tanto vincere un torneo dello Slam, ma vincere qui a Roma.”
Dopo essersi aggiudicato nettamente il primo parziale col punteggio di 6-2, e avere messo in mostra il meglio del proprio repertorio, l’azzurro ottenne il break e l’allungo decisivo nel terzo gioco del secondo set, su un passante di rovescio di Federer bloccato dal nastro. Quando il nostro connazionale ha capito di poter battere il campione elvetico? “Fino al 5-4 non mi rendevo bene conto di ciò che stessi realizzando. Sono andato a servire per il match e solo lì ho capito che potevo farcela. Un po’ di emozione è subentrata, ma per fortuna sono riuscito a chiudere ed il sogno è diventato realtà. Il calore del pubblico del centrale è stato fondamentale”.
Filippo Volandri divenne dunque il quarto tennista italiano nella storia a battere un numero 1 in carica, dopo Pozzi su Agassi, Panatta su Connors (per ben due volte) e Barazzutti su Nastase.
Emozionanti anche le parole dell’ex coach Fabrizio Fanucci: “Le mie sensazioni in quei giorni? Filippo stava giocando bene, aveva battuto Gasquet nel turno precedente e con Federer aveva già giocato un’altra volta perdendo solo al terzo set. Io ero abbastanza fiducioso, sapevo che avrebbe fatto una buona partita. Negli spogliatoi gli dissi: «Secondo me oggi possiamo fare la storia del tennis italiano» (ride).
Subito avanti di un doppio break nel primo set, il match prese una piega ben precisa, l’atmosfera del Centrale era surreale: “La partita si mise subito bene, Federer molto falloso, la tattica era quella di muoverlo un po’ di più: Filippo conteneva lo scambio, quel giorno lo svizzero non aveva grosso feeling con la palla, è venuta fuori un’impresa paurosa”.
Un simpatico aneddoto, a testimonianza del grande sostegno di cui gode il campione elvetico tra le mura del Foro Italico: “Nell’angolo c’era un signore che per tutta la partita non sapeva che io fossi l’allenatore di Volandri e continuava a sostenere Federer, imprecando: «Mannaggia, questo ora perde, mi toccherà venire a vedere Volandri nei prossimi giorni!». Gli dissi: «Mi sa che ti toccherà vedere Filippo per tutta la settimana!».
E la chiave tecnica del successo, il colpo che è migliorato di più nel corso degli anni? “Il rovescio è indubbiamente il colpo migliore e quello che ha migliorato di più. Il nostro rapporto è cominciato quando Filippo non aveva ancora compiuto sedici anni, esattamente dal luglio ’97 fino al 2013. Da ragazzino lo giocava proprio male, nel corso degli anni ha compiuto notevoli progressi fino a diventare il miglior rovescio a una mano del circuito. Tra l’altro molti tecnici lo hanno studiato per insegnare questo colpo a giocatori spagnoli e francesi: ha sicuramente rappresentato un grande modello per molti tennisti successivi”.
Filippo Volandri a Roma e il ricordo di Federico Luzzi: “Ha quasi sempre giocato bene. Un’altra volta perse in ottavi da Nalbandian di notte, una partita che mi è rimasta sul gozzo. Nel 2010 contro Gulbis al tie-break del terzo ha sbagliato una volée pazzesca per andare 4-1, e probabilmente avrebbe chiuso la partita. Un altro grande ricordo che custodisco riguarda gli Internazionali con Federico Luzzi, che ho avuto modo di allenare: nel 2001 battè Hicham Arazi e Arnaud Clement conquistando gli ottavi di finale del torneo”.
Il trentaquattrenne ex numero 25 delle classifiche mondiali non prenderà parte a quest’edizione degli Internazionali BNL d’Italia, ma sarà al Foro Italico sotto un’altra veste: “Purtroppo non ho una Wild Card e non posso giocare le prequalificazioni, non avendo disputato i tornei Open BNL, ma sarò ugualmente a Roma per Sky”.