Giochi Olimpici invernali giovanili Lillehammer 2016

Olimpiade invernale Innsbruck 2012: la storia, seconda parte

Marco Schwarz - Foto Arno sen Gruber CC BY 2.0

Seconda parte del racconto dei primi Giochi Olimpici invernali giovanili, ospitati da Innsbruck nel 2012 e aperti a tutti i ragazzi dai 14 ai 18 anni. Ci occupiamo oggi delle discipline alpine, nello specifico lo snowboard, il freestyle e lo sci alpino.

DISCIPLINE ALPINE

Le discipline alpine comprendono anche lo sport principe tra quelli invernali, lo sci alpino, svoltosi sulla Patscherkofel a Igls. Anche altre due discipline, più moderne, hanno però preso parte: snowboard e freestyle, che si sono svolte sulle piste Nordkette Innsbruck e Kuhtai di Innsbruck.

Snowboard

Sono solo due le discipline che hanno assegnato medaglia per lo snowboard, nonostante ne esistano numerose altre, come gli slalom e i giganti. Per Innsbruck, sono state scelte due discipline ‘giovani’ e molto spettacolari, come l’halfpipe e lo slopestyle, sia al maschile che al femminile.

Tra i ragazzi, le medaglie d’oro sono andate entrambe in Nord America. Nell’halfpipe domina incontrastato Ben Ferguson, degli Stati Uniti, che vince per distacco su Tim-Kevin Ravnjak della Slovenia e sul giapponese Taku Hiraoka. È proprio la medaglia di bronzo classe 1996 a segnare i maggiori successi nell’immediato futuro, tra i tre premiati: bronzo a Sochi, argento ai Mondiali 2013 ed ancora argento ai Winter X Games 2015. Non mancano i buoni risultati nemmeno per gli altri due: lo sloveno ha portato a casa un bronzo ai Mondiali 2015, mentre Ferguson ha ottenuto più che discreti risultati in Coppa del Mondo.

Lo slopstyle è invece andato a Michael Ciccarelli, canadese che ha superato il suddetto Ferguson e lo svizzero David Habluetzle. Anche Michael Ciccarelli ha continuato poi ad ottenere buoni risultati durante la sua crescita: sono arrivate anche vittorie in Coppa del Mondo in questa specialità ed un quinto posto mondiale tra i senior.

Tra le donne, è una doppia medaglia d’argento, Arielle Gold degli Stati Uniti, a far segnare poi nella sua carriera i migliori risultati. Quattro podi in Coppa del mondo nell’halfpipe, ma soprattutto un oro a Sierra Nevada nei Mondiali junior ed un oro nel Mondiale dei grandi del 2013, a Stoneham. Per completare i podi di Innsbruck, nell’halfpipe l’oro è andato a Hikaru Ohe, giapponese, per distacco, mentre il bronzo alla francese Lucille Lefevre. Nello slopestyle, alloro ad Audrey Mcmaniman del Canada e bronzo all’australiana Alexandra Fitch.

Freestyle

Anche in questo caso, sono due per genere le discipline disputate alla Nordkette Innsbruck ed alla Kuhtai di Innsbruck. Halfpipe, così come per lo snowboard, e lo ski cross.

Partiamo dai ragazzi e dai due podi che vedono ori e argenti europei ma bronzi nordamericani. Nell’halfpipe il risultato è quello di un podio molto particolare, per la fortissima amicizia che lega i tre medagliati nata dalla comune appartenenza ad un team di freestyle, tanto da vederli tifarsi a vicenda al traguardo. Oro allo svizzero Kai Mahler, grazie ad una seconda manche impeccabile e iniziata con un mirabolante double-12, argento al finlandese Lauri Kivari, anche lui protagonista di un’ottima seconda manche, e infine bronzo ad Aaron Blunck dagli USA. Quest’ultimo è poi l’unico a portare i suoi sci tra i migliori in Coppa del mondo, con una vittoria, due podi e tanti altri buoni piazzamenti.

Nello ski cross maschile, qualificazioni trasformate in finale dai giudici a causa del maltempo. Oro alla Finlandia di Niki Lehikoinen, secondo posto per il tedesco Marzellus Renn e bronzo per Matti Herauf. Presenza azzurra all’ottavo posto con Patrick Renner. Curiosamente, nessuno di loro si è ancora mostrato ad alti livelli tra i senior.

Tra le ragazze c’è stato invece un dominio delle sciatrici di casa, per la gioia del pubblico. Nell’halfpipe è Elisabeth Gram a vincere la medaglia d’oro, completata dalla bella storia della sciatrice, che iniziò ad 11 anni a sciare per cercare di superare la morte prematura della madre. L’argento è norvegese ed è per Tiril Sjastad Christiansen, brava a superare le grosse difficoltà dovute al gesso che copriva la sua mano destra per il pollice rotto; brava anche a crescere negli anni successivi ed a conquistare quattro vittorie in Coppa del Mondo ed un dignitoso ottavo posto ai Mondiali senior. Bronzo alla francese Marine Tripier Mondancin.

Nello ski cross, un’altra austriaca è medaglia d’oro ed è protagonista, come la sua collega dell’halfpipe, di una storia davvero particolare. Michaela Heider ha partecipato prima dell’Olimpiade ad una sola gara ufficiale, un anno prima. È stata poi contattata al telefono pochissimi giorni prima della gara olimpica per rimpiazzare l’infortunata Michelle Buchholzer. Infine, decorata con l’oro olimpico, non ha poi più preso parte ad alcuna gara ufficiale; due gare in carriera ed un oro olimpico, niente male! Argento alla ceca Veronika Camkova e bronzo alla svizzera Emilie Benz, protagonista negli anni successivi di buone gare di Coppa Europa.

Sci alpino

Tutte le discipline classiche dello sci alpino hanno preso parte di questa prima Olimpiade giovanile invernale, esclusa la discesa libera, difficile da organizzare per tempistiche e piste necessarie. Slalom speciale, slalom gigante, supergigante e supercombinata sono state le quattro gare al maschile ed al femminile. Per la quantità di eventi, forniamo un’immagine riepilogativa dei podi sia al maschile che al femminile.

Screenshot 2016-01-16 22.56.36 - Copia

Il primo nome che compare è anche la medaglia d’oro che più di tutte può sorprendere per la nazionalità dell’atleta. Ebbene sì, il supergigante uomini è stato vinto da Adam Lamhamedi, rappresentante del Marocco. Il ‘trucco’ sta nel fatto che questo sciatore era la migliore carta canadese della competizione, se non fosse che Adam ha preferito sciare per la nazione di origine, conquistando una medaglia più che storica. Sorpresa anche nello slalom speciale, dove Sandro Simonet sfrutta l’uscita di alcuni principali contendenti alla medaglia (tra cui Marco Schwarz) e domina con quasi due secondi di vantaggio sulla medaglia d’argento, anch’essa di nazionalità ‘curiosa’ per lo sci. Tutto secondo copione in gigante e supercombinata, dove è l’austriaco Marco Schwarz a conquistare le due medaglie d’oro, confermando lo status di netto favorito. Una sola medaglia azzurra, per Alex Zingerle nel gigante; un buon quarto posto (era terzo dopo la prima manche) per Davide Da Villa nello slalom speciale. È proprio l’austriaco Schwarz l’unico vero nome che ha saputo confermarsi negli anni successivi, ed in particolare quest’anno: esploso in slalom speciale, ha recentemente ottenuto anche un podio a Madonna di Campiglio. Anche l’azzurro Zingerle ha discretamente figurato, con piazzamenti in Coppa del mondo e soprattutto in Coppa Europa.

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Meno sono state le sorprese a livello femminile, poiché a conquistare le medaglie d’oro (ed in qualche caso anche degli altri metalli) sono state sciatrici capaci poi, chi più e chi meno, di confermarsi a livelli più alti ed anche in Coppa del Mondo. Su tutte stiamo parlando di Petra Vlhova, medaglia d’oro in slalom speciale, che dopo ottimi segnali nella stagione scorsa è diventata una delle principali contendenti alla vittoria nella disciplina dei pali stretti in Coppa del mondo (già una vittoria e due podi quest’anno). La slovacca, nelle altre gare di Innsbruck non ha assolutamente sfigurato, piazzandosi in top 10 in ogni gara. La coppia francese Direz ed Alphand (figlia d’arte) è più indietro rispetto alla Vlhova, ma davvero ottimi e tanti sono i piazzamenti in Coppa Europa e qualche punto è già arrivato in Coppa del Mondo. Nelle discipline tecniche, infine, molto bene sta andando nel circuito maggiore Magdalena Fjaellstroem, con tanti buoni punti ottenuti in Coppa del Mondo e podi e vittorie in Coppa Europa. Certamente, le ragazze hanno dimostrato di poter già far gara con le grandi, cosa che per i ragazzi, escluso Schwarz, non è successo. Due buoni risultati dalle azzurre: quinto posto per Jasmine Fiorano in slalom speciale, ottavo per Veronica Olivieri in supergigante.

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