Una medaglia d’oro, conquistata ai Giochi Olimpici di Londra 2012, da difendere con le unghie e con i denti. Daniele Molmenti è pronto a tornare in acqua: vincere aiuta a vincere,dicono, il canoista italiano ne è la dimostrazione. “Le motivazioni di un atleta dipendono sempre dalle priorità che si danno nella vita e nella carriera. Prima di Londra volevo dimostrare di essere il migliore al mondo, una volta dimostrato questo mi sono posto altri obiettivi. Adesso, dopo qualche anno, qualcosa è cambiato. Ho una famiglia e altre responsabilità , ma quest è il mio lavoro e continuo a farlo con grande determinazione” racconta dalle pagine de Il Tempo.
L’obiettivo è una medaglia?
“Vado a Rio da veterano, ma non parto sconfitto. Se guardiamo all’età media delle medaglie, (24 anni) io che ne ho 31 direi che sono un vecchietto e quindi la risposta dovrebbe essere no. Ma non salirei neanche su quella canoa se quello non fosse il mio obiettivo. In tutti gli sport l’esperienza è fondamentale e spesso fa la differenza”.Â
Dopo Rio comincerà a pensare al fine carriera?
“Provo Rio perché sono ben seguito da uno staff medico attento e mi porto dietro due ernie che potrebbero peggiorare, oltre ai rimasugli di un incidente e devo stare attento a non esagerare, capire quali sono i miei limiti e non superarli. Anche perché l’usura di uno sport come il mio comincia a farsi sentire”.
Che effetto fa avere gli occhi del mondo addosso per pochi giorni e vedere che nel resto dell’anno la gente non segue affatto la sua disciplina?
“Due sensazioni molto diverse. La prima è di dispiacere perché nel corso dei quattro anni che inframezzano una olimpiade ci sono molte competizioni in cui noi rappresentiamo l’Italia, ma la gente, purtroppo, non ne sa proprio nulla. L’altra sensazione riguarda le motivazioni che ho nel sentirmi rappresentante dei colori azzurri, la vivo come fosse una missione e cerco di trasformare lo stress emotivo in carica positiva”.
Come procede la marcia di avvicinamento a Rio?
“Sono in Australia già da due mesi a svernare. Chiaramente ho bisogno di allenarmi al caldo e ho quasi recuperato la forma del 2012. In queste settimane ho messo in tasca una medaglia agli Australian Open dove c’erano i venti migliori del ranking mondiale perciò direi che non mi posso lamentare. Da qui mi sposterò in Brasile per il terzultimo raduno prima di Rio, fondamentale anche per prendere confidenza con il clima e le acque brasiliane. Nei giorni prima dell’inizio ufficiale delle Olimpiadi sarà possibile testare il percorso olimpico e capire le strategie da adottare”.