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La vittoria contro i Golden State Warriors, il Farewell Tour di Kobe Bryant condito dalla straordinaria prestazione all’ultima in carriera, poco altro. Si possono riassumere in pochissime righe le glorie stagionali dei Los Angeles Lakers, che nella notte hanno tagliato la testa al toro. Byronn Scott esonerato. Si potrebbero, al contrario, elencare tutte le disfatte annuali: dalla vicenda di D’Angelo Russell all’anarchia dilagante in campo, dalle poche vittorie alle troppe sconfitte, dalle poche idee in campo ad un mercato estivo folle.
L’ex Lakers, che ha passato proprio in California gli anni migliori della sua carriera come giocatore (vincendo anche tre anelli), è stato impiegato sulla panchina di una squadra senza né capo né coda in uno dei periodi più tragici della storia giallo-viola. Al tank selvaggio, che ha fatto fruttare 38 vittorie e 126 sconfitte ed è stato necessario per accaparrarsi una buona pick al draft, si sono aggiunti i pessimi risultati di Julius Randle e di D’Angelo Russe, che oltre a non aver entusiasmato per le prestazioni in campo si è addirittura cacciato nei guai trasgredendo il “bro-code”, il regolamento tra compagni di squadra che prevede la massima riservatezza riguardo tutto quello che viene detto negli spogliatoi.
Adesso viene il bello: come e con chi ricostruire? Con il ritiro di Kobe e la possibilità di muoversi sul mercato, i Lakers potrebbero addirittura pregiarsi della presenza di Phil Jackson, pronto a ritornare in pista in California, per gestire meglio la situazione in estate. I nomi per un posto in panchina, intanto, continuano a girare senza tregua. Secondo il reporter Adrian Wojnarowski, sarebbero in lizza Luke Walton, Jeff Van Gundy, Kevin Ollie ed Ettore Messina. E malgrado l’assistente dei Golden State Warriors sia favorito, la presenza dell’italiano (che nella stagione 2011/2012 è stato assistent coach proprio dei Lakers) potrebbe far pensare ad una possibile opportunità dopo il comunque ottimo lavoro svolto come vice di Mike Brown.