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Per costruire la Cittadella dello sport paralimpico, un impianto polifunzionale su misura per le persone disabili, in Italia non bastano undici anni. Il motivo? Un contenzioso tra il comune di Roma ed Eur S.p.A. sulla proprietà dei terreni concessi al Comitato italiano paralimpico (Cip) per la costruzione della struttura. Questa la triste realtà emersa al Tre Fontane di Roma, nella visita guidata da Luca Pancalli.
Il presidente del Cip è visibilmente orgoglioso per quanto costruito, ma comprensibilmente amareggiato per un’apertura troppe volte rinviata. “Nel 2006, quando avviammo il progetto, speravo di inaugurare la struttura tre anni dopo – ha ricordato Pancalli con un sorriso amaro – In Italia la burocrazia scoraggerebbe chiunque”. Eppure lui non si è scoraggiato: “Non so se possa essere considerato un momento storico, ma sicuramente è la realizzazione di un sogno che abbiamo inseguito con grande caparbietà. Siamo convinti che questa struttura, nel momento in cui riusciremo ad aprirla, potrà realizzare i sogni di tanti ragazzi e ragazze di questo Paese”.
Finora il Cip ha investito oltre 15 milioni di euro per la Cittadella: una pista di atletica, un campo di calcio a 11, poi campi da tennis e calcio a 5, una piscina coperta e una grande palestra per una struttura polifunzionale totalmente accessibile e “ideata con particolare attenzione alle esigenze delle persone disabili”. E per completare la Cittadella con il palazzetto dello sport e la foresteria sono già pronti altri 6,5 milioni di euro stanziati dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica.
Tutto, però, è bloccato dalla diatriba tra comune ed Eur S.p.A. E così il centro ancora non è aperto: “Bisogna superare gli ultimi ostacoli burocratici e amministrativi – ha spiegato Pancalli – Come sapete, la proprietà dell’area che ci è stata data in concessione da Roma Capitale non era nella totale disponibilità del comune ma in parte anche di Eur S.p.A., quindi adesso si stanno tentando di risolvere questi aspetti con spirito di massima collaborazione per consentirci di aprire e soprattutto di procedere con la realizzazione del secondo stralcio: senza il palazzetto e la foresteria questo sarebbe infatti un impianto amputato, perché non potremmo fare quello che immaginiamo”.
L’impianto è pronto dallo scorso settembre: per la gestione ordinaria, le spese di vigilanza e la manutenzione, il Cip prevede un impegno da 300 mila euro l’anno. Un motivo in più, oltre alla muffa già presente in piscina, per affrettare l’apertura. “Spero il prima possibile – ha ribadito Pancalli – Noi immaginavamo di aprire già dopo le Paralimpiadi di Rio de Janeiro, siamo arrivati quasi a maggio e non è stato possibile. Lasciare chiuso questo impianto comporta non solo oneri finanziari per garantire vigilanza e manutenzione, ma soprattutto l’impossibilità di dare risposte al territorio e al nostro mondo: questo è il sacrificio più grande che stiamo affrontando. Mi auguro che si possa aprire quanto prima per poter impostare la stagione da settembre in avanti: il vero sogno, una volta completata la foresteria, è quello di rappresentare un pezzo di welfare attivo del Paese, utilizzando lo sport come strumento e non soltanto come fine”.