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In merito alle accuse della Wada (l’agenzia antidoping mondiale), nel corso della conferenza stampa di fine anno, il presidente Vladimir Putin ha voluto respingere tutte le voci secondo cui la Russia avrebbe da anni un sistema di doping di Stato che coinvolgeva esponenti politici, funzionari del ministero dello Sport e servizi segreti: “In Russia non è mai stato creato, è semplicemente impossibile, e noi faremo di tutto affinchè non ci sia mai nessun sistema statale di doping e di sostegno al doping”.Â
Il numero 1 del Cremlino, secondo cui il doping esiste in Russia “come in qualsiasi altro paese“, ha pochi dubbi: “C’è una certa componente politica in tutte queste cose“. Ha poi aggiunto che “bisogna pulire lo sport, come anche la cultura, da qualsiasi politicizzazione“. Lo stesso Putin non ha addirittura escluso un coinvolgimento diretto dell’ex direttore del laboratorio antidoping di Mosca, Grigory Rochenkov, il quale ha confessato di aver aiutato a doparsi decine di atleti col sostegno del ministero dello Sport e dei servizi segreti russi: secondo il presidente, quest’ultimo avrebbe lavorato da tempo “ricevendo ordini dall’estero”.