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Dall’Azerbaijan all’Austria, da Baku a Spielberg: il diario di bordo del Mondiale 2017 di Formula 1.
VETTEL PROCESSATO. Nella giornata del 3 luglio, a Parigi, il ferrarista Vettel è stato processato dalla FIA per i fattacci di Baku. La ruotata rifilata al rivale Hamilton non è infatti passata inosservata e il presidente Todt ha voluto approfondire l’argomento, con l’opportunità di sanzionare ulteriormente il pilota tedesco per il brutto esempio fornito in mondovisione. I possibili scenari erano quattro: nessun ulteriore provvedimento (considerando che Vettel già aveva subito una penalità che gli ha impedito di vincere il Gran Premio), una multa, una penalità in griglia al Red Bull Ring oppure una squalifica. Di fatto, non è accaduto nulla: il tedesco si è scusato e se l’è cavata con l’esclusione per un anno dagli eventi promozionali FIA per la guida sicura. Sembra che il tutto sia stato architettato per far parlare di un fatto che già poteva essere stato chiuso in settimana.
LIKE MALANDRINI DI HAMILTON. La risposta di Hamilton alla decisione della FIA è giunta in maniera indiretta. Un tifoso inglese ha commentato sul social network Instagram scrivendo che tale esito del processo rischierebbe di falsare il campionato e soprattutto che la Federazione abbia sempre favorito e favorirà la Ferrari. Parere rispettabile, per quanto possa essere non condivisibile, visto che arriva da una persona esterna dal circus della Formula 1. Lo è meno per il pilota stesso, che ha lasciato un Mi piace al post quando sarebbe stato più saggio non prendere alcuna posizione. Hamilton gioca molto sulla psicologia, si comporta come una verginella quando non solo non è totalmente esente da colpe nel fatto di Baku, ma era pure recidivo (vedasi Fuji 2007 con Webber e lo stesso Vettel) e soprattutto è stato protagonista, nella sua carriera, di episodi controversi conclusisi in nulla di fatto. Oltre al già citato Fuji, nella stessa stagione, ad esempio, al Nürburgring è stato l’unico pilota dei sei che erano usciti in curva 1 a essere riportato in pista dalla gru; nel 2009 a Melbourne arrivò perfino a mentire ai commissari e giunse la squalifica (era arrivato 3°); causò diversi incidenti con Massa nel 2011 e Maldonado nel 2012, rimanendo il più delle volte impunito; cacciò fuori parecchie volte Rosberg in partenza negli ultimi anni. Decisamente l’inglese sta soffrendo questo duello con Vettel, tanto voluto e cercato e cerca di reagire con provocazioni in fatti e parole.
RED BULL RING. Mai come questa volta la parola ring può assumere il significato tipico di arena del pugilato e non solo di anello. Ferrari e Mercedes sono pronte a fare a pugni sul tracciato austriaco, pista di motore. Questa caratteristica dovrebbe favorire la scuderia tedesca, ma Ferrari ha dimostrato sia a Baku – con Vettel che ha resistito a diversi attacchi di diversi piloti, Hamilton compreso, con un motore imbolsito (più di 3500 km) e senza gli ultimi aggiornamenti – sia in Bahrain, altro circuito in cui il propulsore è decisamente importante e dove però il tedesco della Ferrari vinse molto bene davanti proprio all’inglese. Anche Red Bull, che gioca in casa, tenterà di fare una bella figura. Certo, il successo di Baku difficilmente sarà ripetuto – d’altronde Ricciardo, che partiva 10°, in pista ha sorpassato solo Sainz e Stroll, per il resto si è “limitato” ad approfittare degli incidenti e dei problemi di Vettel, Hamilton, Bottas, Räikkönen, Verstappen e Massa, con i primi cinque che in una gara normale gli sarebbero finiti molto probabilmente davanti –, ma l’australiano è sempre lì, più lento di Verstappen (sfortunato) ma molto concreto e dopo tre podi di fila è arrivata la vittoria. L’incognita più grande per Red Bull – poco impensierita da Force India a causa della lotta interna tra i due piloti della vettura rosa – non è prestazionale, saranno con ogni probabilità nuovamente la terza forza in Austria, quanto la consistenza dell’affidabilità. Verstappen, infatti, ha incassato quattro ritiri nelle ultime sei gare e, eccezion fatta per Barcellona dove è uscito per l’incidente con Räikkönen causato da Bottas, i forfait dell’olandese sono arrivati sempre per problemi meccanici (Bahrain, Canada, Azerbaijan).
HARAKIRI INDIANO. Due settimane fa avevamo scritto che sarebbe stato interessante vedere a Baku la gestione della rivalità interna alla Force India e la risposta si è vista in pista, con un incidente tra i due dopo la seconda safety car. Alla ripartenza, Pérez, in quel momento 3° davanti a Massa e al compagno Ocon, ha tentato di attaccare all’esterno Vettel in curva 1, ma intanto il brasiliano della Williams è riuscito a sopravanzarlo all’interno. Di conseguenza, il messicano non ha percorso la traiettoria ideale in curva 1 ed è stato affiancato da Ocon che, dopo aver subito una ruotata sul breve rettilineo precedente a curva 2, si è infilato all’interno del compagno di squadra e l’ha passato. Il problema è che non gli ha lasciato spazio in accelerazione, causando un incidente tra i due che ha rovinato la gara loro e quella di Räikkönen (già compromessa dal crash con Bottas al via): Pérez ha rotto fondo, sospensione e ala anteriore, Ocon e Räikkönen hanno forato la gomma posteriore destra. E così come in Canada, Force India ha dovuto fare a meno ancora una volta di tanti punti a causa delle scelleratezze dei due piloti. Vedremo come continuerà la loro rivalità interna, dato che il rischio di incrocio in pista tra i due è altissimo, poiché le loro prestazioni sono simili.
STROLL&MCLAREN IN CERCA DI CONFERME. Dopo aver mostrato una buona performance a Montreal, Stroll ha ammutolito i suoi detrattori con un grande 3° posto (2° fino a 10 metri dall’arrivo) a Baku. Certo, anche per lui vale il discorso di Ricciardo – ha approfittato dei problemi degli altri – ma a maggior ragione è valido per questo esordiente che sul tracciato azero ha mostrato una velocità finalmente paragonabile a quella del compagno Massa e soprattutto è stato bravissimo a non commettere errori e tenersi lontano dai guai, venendo premiato con un meritatissimo ottimo risultato. Risultato che è arrivato anche per McLaren, con Alonso che ha combattuto alla grande, è stato a lungo 5° e alla fine ha ottenuto i primi punti stagionali, anche se, più della prestazione pura, è da sottolineare come per la prima volta in stagione entrambe le vetture arancioni abbiano concluso la gara, nonostante la scuderia inglese resti mestamente ultima in classifica costruttori, a -3 da Sauber.
Si torna dunque in Europa per il Gran Premio d’Austria che inaugura un trittico di GP – con Gran Bretagna e Ungheria – nel giro di sole quattro settimane, gare decisive che potranno indirizzare il campionato. Siamo pronti a gustarci nuovi capitoli della sfida Hamilton–Vettel.