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Il Gran Premio del Bahrain ha illuminato la serata di domenica 8 aprile con la vittoria di Sebastian Vettel davanti a Valtteri Bottas e Lewis Hamilton. Il Mondiale 2018 della Formula 1 ha vissuto la seconda tappa, analizziamo i temi principali del week end a Sakhir nel consueto ‘monday review’.
La gara in Bahrain è stata una risposta a tutti quelli che credono che la F1 sia noiosa, lineare e senza troppi colpi di scena. Dai sorpassi, alla gestione gomme, passando per le rimonte ed i clamorosi imprevisti. Tutto nei 57 giri della ‘race night’ del deserto che ha offerto uno spettacolo di luci e colori degno di nota.
VETTEL MAGICO – Pole position e vittoria. Per la seconda volta in questa stagione è Seb a conquistare il gradino più alto del podio con una gara assolutamente brillante e fuori dagli schemi. Con grinta ed orgoglio il tedesco è riuscito a difendere la pole conquistata sabato gestendo perfettamente la gara e gli imprevisti accorsi. Attorno al 20° giro lascia la testa della gara per variare strategia e passare sulla gomma soft, una decisione in ottica due soste che contrasta la strategia Mercedes. Hamilton inizialmente rimane in pista mentre Bottas diversifica ed entra ai box cercando di chiudere nella morsa il ferrarista. Vettel a quel punto capisce che è il momento dell’attacco e senza troppe esitazioni va a riprendersi la prima posizione superando Lewis in difficoltà con la gestione gomme. A quel punto il britannico rientra ai box, monta le medie e spera nel risvolto della gara considerando il fatto che mai nessuno aveva provato uno stint da circa 40 giri sulle soft per arrivare fino al termine del GP. Dal muretto box Mercedes rassicurano Bottas e Hamilton riguardo la doppia sosta Ferrari ma Vettel, giro dopo giro, perde pochi millesimi fino ad arrivare al giro finale dove chiude l’attacco del finlandese e conquista la vittoria in volata.
Trentasette giri sulle gomme soft, una cosa assolutamente fuori dal normale, una strategia gestibile solamente da chi realmente riesce a non surriscaldare eccessivamente le mescole. Come accaduto in Australia, Vettel non è andato sotto pressione ed ha portato a casa, in maniera clamorosa, altri 25 punti per un totale di 50 in testa alla classifica piloti. Strategia studiata o frutto della casualità? La vera risposta mai potremo saperla. Perché al 36° giro il compagno Kimi Raikkonen era rientrato ai box per montare le gomme supersoft salvo poi ritirarsi pochi secondi dopo per il disastro al pit-stop in cui il finlandese, esente da colpe, ha investito un ingegnere. Nei due giri successivi il box Ferrari si è preoccupato maggiormente delle condizioni del meccanico, soccorrendolo tempestivamente e portandolo al centro medico, con la gara che per un attimo è passata “in secondo piano”. Lo stesso Vettel a fine gara ammette che mai avrebbe pensato di condurre al termine il Gran Premio con una sola sosta montando le gomme soft, mescole più morbide, prestazionali nel breve periodo e meno durature delle gomme medie Mercedes. Ed è proprio per questo che, nonostante le mille difficoltà, il quattro volte campione del mondo ha compiuto una vera e propria magia.
SI ROMPE L’INCANTESIMO – Doppio successo in avvio di campionato per la Ferrari, un evento che non accadeva da quattordici anni. L’ultimo pilota a centrare almeno due vittorie nelle prime due gare del Mondiale è stato Michael Schumacher nel 2004 quando addirittura vinse le prime cinque di fila. Sono numeri che fanno ben sperare anche perché, tornando indietro alle ultime due vittorie consecutive targate di Rosso, bisogna riguardare il 2010 con Fernando Alonso vittorioso in Italia e Singapore. Si rompe l’incantesimo con la SF71H che continua ad esser assolutamente perfetta, senza mostrare segni di debolezza perché l’affidabilità è il reale punto di forza di questa vettura, nata per vincere.
BOTTAS E HAMILTON OK – Il duo Mercedes non esce sconfitto da questo Gran Premio. Bottas e Hamilton hanno condotto una gara molto convincente migliorando rispettivamente le proprie posizioni rispetto alla griglia di partenza. Valtteri partiva da terzo ed al via è riuscito a superare agevolmente Raikkonen prendendosi la seconda posizione e lottando fino alla fine per la vittoria. Hamilton partiva addirittura dalla nona piazza, costretto alla rimonta in mezzo al gruppo dopo la penalizzazione per la sostituzione del cambio. Entrambi, però, son stati agevolati dal ritiro di Raikkonen e dal doppio disastro in casa Red Bull che ha messo fuori dai giochi Verstappen e Ricciardo. L’unica pecca, probabilmente, è stata la strategia del muretto box. Entrambi i piloti hanno puntato sulla gomma media affidandosi ai dati riscontrati lungo tutto il week end che davano per impossibile un long run come quello fatto da Vettel su gomma soft. Nell’attuare questa strategia c’è da dire che Mercedes ha preferito puntare maggiormente sulla gara di Bottas “sacrificando” Hamilton e lasciandolo fuori per qualche giro in più in modo tale da infastidire Vettel nella riconquista della prima posizione. Gioco di squadra che porta i due piloti ad accorciare il gap nel campionato costruttori dalla scuderia di Maranello, un binomio interessante in vista delle prossime gare.
RICCIARDO C’È, VERSTAPPEN NEGATIVO. RED BULL CROLLA – Così non va. Disastro Red Bull in Bahrain con zero punti conquistati e sorpasso subito dalla McLaren nella lotta al costruttori. Il risvolto del week end della scuderia austriaca ha del clamoroso con Ricciardo che in qualifica trova la quarta piazza, contando la penalità da Hamilton, mentre Verstappen va a sbattere a muro nel Q1 piazzandosi 15°. Alla partenza Ricciardo punta forte Raikkonen e Max inizia la rimonta con grande aggressività. L’olandese riesce a prendere anche Hamilton infilandolo all’interno e non concedendogli spazio in uscita. Mossa da cancellare perché la gomma posteriore sinistra entra in contatto con l’ala anteriore della Mercedes causando la foratura ed il danneggiamento del fondo. Ricciardo qualche secondo più tardi vede la sua monoposto andare in “down” e spegnersi di colpo mentre Max, torna ai box, cambia le gomme e si ferma qualche metro più avanti. Tra errori tecnici ed errori del pilota, la Red Bull torna a casa a testa bassa pensando immediatamente a come rimediare in Cina. Entrambi i piloti puntavano al podio e considerando la partenza da dietro di Hamilton ed il successivo ritiro di Raikkonen, questa è stata una clamorosa occasione cestinata.
Tra le note positive troviamo certamente Pierre Gasly. Per la prima volta l’ex campione GP2 va a punti nella sua carriera F1 riuscendo a chiudere con un brillante quarto posto. Grandi festeggiamenti in casa Toro Rosso per un week end estremamente positivo tralasciando i problemi avuti dal compagno di squadra Brendon Hartley. Dietro di Gasly si piazza la Haas di Kevin Magnussen che riscatta leggermente la figuraccia del doppio ritiro in Australia mentre in sesta posizione troviamo Nico Hulkenberg su Renault. Non va oltre la settima posizione Fernando Alonso che, nonostante ciò, nella classifica piloti effettua il sorpasso su Raikkonen e grazie all’aiuto di Stoffel Vandoorne (ottavo al traguardo) la McLaren scavalca la Red Bull. Primi punti per l’Alfa Romeo Sauber con Marcus Ericsson, chiude in decima posizione invece Esteban Ocon, un “contentino” per la Force India.
Ed ora immediato back-to-back perché dal Bahrain si volerà in Cina a Shanghai. Un’altra gara che in passato ha regalato emozioni e sorpassi. Vettel si gode il +17 in classifica e spera nella tripletta di inizio stagione ma attenzione alle Mercedes perché un avvio senza il gradino più alto del podio è un problema al quale la scuderia campione del mondo vorrà rimediare al più presto.