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Lewis Hamilton domina il Gran Premio degli Stati Uniti davanti a Sebastian Vettel. Il pilota della Mercedes vince la quartultima gara del campionato 2017 della Formula 1 ed allunga sensibilmente in classifica avvicinandosi alla matematica conquista del titolo iridato. Terza posizione per Kimi Raikkonen che usufruisce della penalità da 5 secondi inflitta a Max Verstappen al termine della gara a causa di un sorpasso scorretto.
Le pagelle del Gran Premio degli Stati Uniti
LEWIS HAMILTON: 10 – Ottiene la pole position numero 72 dopo aver dominato nelle prove libere, malgrado le Ferrari si fossero fatte più minacciose. Al via non parte male, ma Vettel fa meglio, lui prova a chiuderlo, ma viene scavalcato. Al giro 6 prende la scia del tedesco e lo scavalca. Vista la strategia del tedesco, Hamilton sceglie di imitarlo, ma tre giri dopo, tanto da rientrare sì davanti a Vettel, ma di poco. Al giro 23, non senza fatica, scavalca bene Verstappen. Poi non si accontenta di gestire, nonostante corra in solitaria e anzi, a più riprese piazza dei settori record. Nulla da dire: un fenomeno. Non becca la lode solo per la partenza, unico momento in cui non è stato perfetto e si è fatto passare da Vettel.
SEBASTIAN VETTEL: 9 – Il sabato è autore di un vero capolavoro, il distacco tra Mercedes e Ferrari è più alto di un decimo sul giro secco, ma lui si inventa il giro perfetto, che non basta a scippare la pole al rivale Hamilton, ma è sufficiente per strappare la prima fila a Bottas. Parte benissimo, rischia quasi un contatto con Hamilton che lo stringe, ma in curva 1 passa davanti lui. Al giro 6 viene sorpassato dall’inglese, che sfrutta la scia sul lungo rettilineo. Ha comunque meno ritmo rispetto al #44. Si ferma al giro 17 e sceglie di indossare la soft, per tentare di arrivare fino al termine. Non riesce però a scavalcare Hamilton e non ha assolutamente ritmo, tanto che l’inglese scappa e Bottas, Räikkönen e Verstappen lentamente rinvengono su di lui. Al giro 39 rientra per montare la supersoft. Poi vola, anche più dell’olandese e raggiunge Bottas e lo supera con un capolavoro in curva 1 al giro 51 sfruttando il doppiaggio di Vandoorne, fuggendo dal finlandese e attaccando il compagno, riprendendosi il 2° posto, dove finisce. Mezzo punto in più per quel sorpasso su Bottas che ai più nostalgici, anche se in posizioni differenti, avrà sicuramente ricordato quello di Häkkinen a Michael Schumacher con in mezzo Zonta a Spa nel 2000.
MAX VERSTAPPEN: 10 – È stato velocissimo venerdì e anche sabato, fino proprio al momento topico: quello della Q3, in cui si qualifica solo 6° e, purtroppo per lui, è retrocesso 16° per il cambio di motore (sarebbe potuto partire qualche posizione più avanti con una qualifica migliore). Parte bene, dopo tre giri è già 10°. Al giro 11 arriva a sorpassare anche Ocon ed è 6°. Tiene un ritmo velocissimo, considerando che ha la gomma supersoft. Dopo la sosta è il più veloce in pista. Rientra la seconda volta nel giro 38 e rimonta la supersoft. Mezzo capolavoro su Räikkönen nelle ultime curve, anche se la regia della FOM pensa bene di farcelo perdere per inquadrare Hamilton che taglia il traguardo per primo, cosa che si era capita da mezza gara. Mezzo, però, perché lo fa tagliando la curva con le quattro gomme, prende 5 secondi di penalità e arriva 4°. Le regole sono regole, vanno rispettate, ma forse andrebbero riviste in questi casi altrimenti sorpassi spettacolari del passato stile Zanardi–Herta a Laguna Seca sarebbero chimere: gli appassionati vogliono vedere queste cose: i ruota a ruota Ricciardo-Bottas, il capolavoro di Vettel su Bottas, quello di Verstappen su Räikkönen, non penalità postume evitabili.
KIMI RÄIKKÖNEN: 9 – Il miracolo di Ricciardo lo relega al 5° posto in griglia, poteva fare sicuramente qualcosa di più. Al via rimane intruppato dietro all’australiano e Ocon ne approfitta per passarlo, ma poi si rifà pochi km dopo. Dopodiché tiene un buon ritmo, raggiunge Ricciardo e prova a superarlo, poco prima che l’australiano si fermi ai box. Senza più l’avversario diretto, rientra al giro 21 per montare anche lui le soft per tentare di attaccare Bottas. Ha un ritmo superiore al connazionale, ma non riesce ad attaccarlo, almeno non fino al giro 43, quando lo supera. Poi lascia la posizione al compagno, nettamente più veloce di lui. Ha più ritmo di Vettel per gran parte della gara, chiude 4° non riuscendo a mantenere la posizione sull’arrembante Verstappen, che si inventa un sorpasso sublime su di lui, ma taglia troppo e si becca 5 secondi di penalità, “restituendo” così il podio al finlandese.
VALTTERI BOTTAS: 5 – Minimo sindacale per il finlandese in qualifica, un 3° posto alle spalle del compagno e Vettel. Bella lotta con Ricciardo al giro 2 e al giro 4, viene allargato fuori ma tiene giù il piede e alla fine la spunta lui, due volte. Inizia finalmente a girare su tempi simili a Vettel solo al giro 6, quando riesce a mettere 1,5 secondi tra sé e l’australiano. Si ferma al giro 19, mettendo anche loro la soft. Riesce a difendersi da Räikkönen per qualche giro, ma poi il connazionale al giro 43 lo scavalca. Poi rimane lentissimo, Vettel lo umilia e Verstappen lo finisce. Decide infine di fermarsi al giro 53 e montare le ultrasoft, forte del minuto di vantaggio su Ocon, per non correre rischi. Un disastro e non solo rispetto a Hamilton.
ESTEBAN OCON: 7 – Il francese in qualifica si mostra ben più efficace del compagno: non soffre per passare il taglio in Q3, è nettamente il primo degli altri e con la penalità di Verstappen scatta addirittura 6°. Sfrutta le incertezze di Räikkönen in partenza per sopravanzarlo, ma al giro 3 il finlandese si vendica. Appena raggiunge Massa, non riesce a passarlo subito e viene preso anche da Pérez.
CARLOS SAINZ: 8,5 – Al debutto nella sua nuova squadra, surclassa Hülkenberg in qualifica, issandosi al 7° posto. Dopo il via viene passato da Alonso, poi è Verstappen che gli salta sulle orecchie. Poi è lui a scavalcare Vandoorne. Bellissimo il duello con Pérez, in cui tiene duro e riesce a scavalcare il messicano, al giro 34. Lo spagnolo regala molto spettacolo, tenta di sopravanzare anche Ocon, ma non ci riesce. Chiude comunque 7° prendendosi meritatamente gli applausi.
SERGIO PÉREZ: 6 – Rispetto a Ocon il sabato non esiste, si innervosisce (a ragione) con Magnussen in Q1, esclude Massa dal Q3 all’ultimo respiro ma è l’ultimo dei primi 10 (poi 9° dopo gli arretramenti). Duro, ma corretto e bello da vedere il suo duello con Sainz al giro 34, la spunta lo spagnolo lasciandolo nelle fauci di Kvyat. Riesce a tenere il russo dietro, ma è surclassato da Ocon anche in gara.
DANIIL KVYAT: 7,5 – Buon ritorno del pilota russo il sabato, quando si qualifica 12° (poi 11°), ben davanti al compagno che pur non ha sfigurato. Sapendo di essere in ballottaggio per il posto dell’anno prossimo con Gasly e lo stesso Hartley, mostra una concretezza che non si vedeva da molto e arriva in zona punti, 9°.
FELIPE MASSA: 7 – Con una Williams che non vuole saperne di andare, fa il possibile in qualifica, battuto da vetture più forti e dalla classe di Sainz e Alonso. Alla partenza supera Pérez, poi lotta con lui nelle prime fasi di gara. Il suo primo stint è lunghissimo, si ferma solo al giro 30 per mettere le ultra soft. Alla fine a punti ci arriva, non poteva chiedere molto di più. È 10°.
ROMAIN GROSJEAN: 6 – Rischia un grosso incidente con Stroll nella parte finale del tracciato il sabato, ma passa il Q1 e poi si qualifica a centro gruppo. In gara è mai inquadrato, ma riesce lentamente a entrare in zona punti, per poi cercare di difendersi da Massa, senza però riuscirci e scivolando nuovamente all’11° posto, comunque ben più avanti di Magnussen. Gara sufficiente, anche se non riesce a prendere punti.
LANCE STROLL: 5,5 – Già di per sé, guidando una Williams, fare un tempo che non ti fa stare davanti a una Sauber in qualifica dimostra che questo weekend il canadese non è molto presente, se poi pensa bene di tentare di silurare Grosjean dimostra che la testa è da un’altra parte (che sia il timore di un Kubica come compagno che aleggia nella sua testa?). Parte 15° e lì rimane, poi si ferma al giro 11 per la sua prima sosta. Massa lo demolisce per tutto il weekend. Oggi male. Ma anche se è giovane e costante il potenziale l’ha mostrato, crescerà.
KEVIN MAGNUSSEN: 3 – In questa Formula 1 può capitare anche di ricevere una penalità e partire più avanti rispetto alla tua posizione originaria. È il caso di Magnussen, che si qualifica 20° (cioè ultimo), si prende una penalità per aver ostacolato Pérez e si ritrova 17° in griglia perché altri hanno subito penalità più grosse per aver cambiato componenti della Power Unit. È una cosa su cui il regolamento andrebbe ridiscusso, perché non è corretto che una manovra pericolosa (e pure recidiva, nel caso del danese) riceva sanzioni meno gravi di una sostituzione per problemi d’affidabilità. Ad ogni modo, in gara non esiste, ostacola Vettel nel doppiaggio e, distratto, chiude Ericsson che lo prende e lo fa girare. Un disastro.
BRENDON HARTLEY: 6 – Col curriculum che presenta, viene bistrattato da Toro Rosso che preferisce penalizzare lui e cambiare tutte le componenti oggi per evitare penalità a Gasly in Messico. Il biondo neozelandese, comunque, non demerita, venendo tagliato alla Q1 per soli 40 millesimi e considerando che si trattava di un debutto assoluto in un weekend di gara per lui non è nemmeno andata così male. Parte però dalla penultima posizione, la numero 19. È il primo a fermarsi per cambiare le gomme, si ritrova a lottare con Vandoorne, Stroll ed Ericsson. Non commette errori – cosa più importante al debutto –, anche se non ha mai il ritmo di Kvyat. 6 d’incoraggiamento e considerando il valore del pilota speriamo di rivederlo.
STOFFEL VANDOORNE: 6 – Dopo essersi qualificato 12°, si ritrova a partire dal fondo per le solite sostituzioni alle componenti del motore. Si ritrova 12° e resta lì, viene nuovamente inquadrato solo al super sorpasso di Vettel a Bottas, dove è bravissimo ad allargarsi.
MARCUS ERICSSON: 8.5 – È, per una volta, autore di un’ottima qualifica: viene escluso dal Q2 da Grosjean per soli 7 millesimi di secondo e considerando che guida una Sauber è un ottimo risultato, specie osservando quanto fatto da Wehrlein. Parte 13° dopo le varie penalità. Senza il compagno di squadra non ha comunque un avversario credibile in gara, ma lui non lo sa e precede, sul campo, Hartley e Magnussen. A parere di chi scrive, è il danese a chiuderlo e la penalità che si è preso di 5 secondi per avere causato l’incidente con il #20 è assolutamente ingiusta. Con quella penalità chiude 15°, ma oggi si merita un bravo.
FERNANDO ALONSO: 8,5 – Non ci sono più parole per le prestazioni del bicampione spagnolo, che, nonostante non sia un abilissimo qualificatore, con una vettura da metà Q2 riesce a centrare la Q3 e precedere pure una Force India, partendo così 8°. È bravissimo dopo la partenza a scavalcare Sainz, ma ha ovviamente meno ritmo dei piloti davanti e li tappa. Dopo la sosta, in cui mette le soft, scavalca il suo compagno e si ritrova 8° tra le due Force India. La sua vettura accusa problemi nel giro 25, costringendolo al ritiro, l’ennesimo della stagione.
DANIEL RICCIARDO: 8 – Compie un ottimo giro, ex-aequo con Räikkönen, ma avendolo chiuso prima, per regolamento, parte davanti lui, dal 4° posto. Alla partenza mantiene la posizione, al giro 2 e al 4 si ingarella con Bottas in curva 1, i due si toccano e poi percorrono mezzo primo settore appaiati. Poi ha qualche problema nella gestione gomme e dopo aver duellato anche con Räikkönen decide di rientrare ai box, al giro 12 e rientra 9°, alle spalle di Sainz, del quale si libera praticamente subito. La supersoft, come dimostrato anche da Verstappen, sulle Red Bull funzionano benissimo. Peccato che a non funzionare sia la sua vettura, dato che al giro 16 si rompe il motore.
PASCAL WEHRLEIN: 5,5 – Stavolta prende una bella paga dal compagno di squadra in qualifica, parte 14° dopo le penalità altrui. Va ai box subito, dopo aver danneggiato la vettura in un contatto con Magnussen, al giro 7 si ferma nuovamente per abbandonare.
NICO HÜLKENBERG: 5,5 – I tempi semplici con Palmer sono finiti e il tedescone se ne accorge subito, con Sainz che gli sta costantemente davanti. Sicuramente saprà rispondere per le rime. Ad ogni modo, la sua qualifica rimane quasi inutile, dato che si è preso 20 posizioni di penalità e di fatto passa il taglio del Q1 ma rimane senza tempo nel Q2, scattando così dal 18° posto. Dopo 4 giri, però, saluta la compagnia per problemi di affidabilità.