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Le ruote veloci sono tornate di scena oggi al Tour de France, ma il verdetto delle prime tappe è rimasto invariato: nessuno può battere Mark Cavendish nelle volate a ranghi compatti di questa edizione della Grande Boucle. Ancora una volta lo sprinter della Dimension Data – tornato definitivamente “Cannonball” – ha sbaragliato la concorrenza, conquistando la sua trentesima vittoria in carriera al Tour de France, e la quarta in questa edizione. Primo dei battuti è il norvegese Alexander Kristoff, mentre terzo si è piazzato l’immancabile Peter Sagan. Niente da fare per Marcel Kittel e André Greipel, i due sprinter tedeschi che, dominatori delle prime volate al Giro d’Italia, dalla Corsa Rosa si erano poi ritirati al fine di salvaguardare la brillantezza proprio in vista del Tour; a oggi, la loro decisione non sembra aver pagato particolarmente.
La frazione odierna – con arrivo a Villars-les-Dombes – vede un andamento piuttosto blando e rilassato da parte del plotone; e non potrebbe essere altrimenti viste le fatiche dei giorni precedenti e il pensiero ancora rivolto – inevitabilmente – ai tragici fatti di Nizza. Ad animarla un minimo è la fuga a quattro che vede protagonisti Jeremy Roy (FDJ), Alex Howes (Cannondale-Drapac), Martin Elmiger (IAM Cycling) e il trentino Cesare Benedetti (Bora-Argon18). Come da copione, le squadre dei velocisti controllano, chiudono sulla fuga a meno di 10 km dalla conclusione (circa 5) e preparano lo sprint dei loro leader.
La volata vede Kittel – pilotato come sempre in maniera egregia da Fabio Sabatini – partire in ottima posizione, ma Cavendish lo salta a doppia velocità, e il tedesco può solamente lasciarsi andare a uno sterile gesto polemico per un presunto cambio di direzione del britannico (che a suo dire l’avrebbe ostacolato). Ma gli estremi per il declassamento certamente non sussistono e il velocista dell’Isola di Man può godersi l’ennesimo trionfo della sua strepitosa carriera. Chris Froome resta saldamente al comando di un’edizione del Tour nella quale sono dunque i britannici a farla da padroni.
Se oggi abbiamo assistito – per la prima volta in questo Tour – a una frazione “di trasferimento” (per quanto tale definizione possa risultare ormai anacronistica), in cui i corridori hanno avuto modo finalmente di tirare il fiato, domani si tornerà a fare sul serio. L’insidiosa Bourg-en-Bress-Culoz – con i suoi 160 km contraddistinti da 6 gran premi della montagna – non è che un antipasto delle Alpi, le quali attendono i corridori la prossima settimana