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Il mancato utilizzo di Gonzalo Villar, Borja Mayoral e Carles Perez da parte di Josè Mourinho nella sua Roma non è passato inosservato in Spagna. Nella sua rubrica su El Pais Daniel Verdú arriva a parlare persino di “trauma radicato” nei confronti degli spagnoli. “Molti psicoanalisti pagherebbero una fortuna per far sedere José Mourinho sul loro divano per 50 minuti. Per sapere come diavolo funziona la testa di un personaggio a tratti travagliato, malinconico, narcisista ed egocentrico. Un ragazzo odioso e allo stesso tempo accattivante, eroico, nella sua ostinata scorrettezza politica. Non è necessario rivolgersi a Freud, però, per rilevare un trauma radicato: la Spagna”.
El Pais sottolinea che Mou ha fatto fuori la Roma spagnola: Pedro, Borja Mayoral, Villar, Carles Pérez e Pau López. “Per un po’ si è detto che i portoghesi giocavano molto bene, ma si dimenticavano di fare gol. Il contributo culturale dell’ex tecnico del Real Madrid è stato la lotta contro il gioco corto e orizzontale. Il tiki-taka, wow. Villar è figlio di quella creatura. Tecnicamente veloce e anche mentalmente. Con la palla ai piedi. Nel calcio dell’uomo di Setubal non è prevista una trama per muoversi in campo in quel modo. Villar è un giocatore accademico in tal senso, per non dire che gli manca il fisico che il suo allenatore chiede ai centrocampisti. In questa stagione ha giocato solo in Conference League e ha trascorso la maggior parte delle partite in tribuna. Pedro è stato venduto appena lui è arrivato. Pau López è finito all’Olympique Marsiglia con un prestito e obbligo di riscatto. Mayoral, come Villar, sembra troppo ordinato per il calcio anarchico e fisico di Mou. Oggi l’unico che ogni tanto gioca è Carles Pérez. Ma al di là della tattica, forse qualcuno troverebbe altre risposte sul divano”.
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