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Nella giornata di ieri Keita Balde non si è presentato a Formello per la ripresa degli allenamenti dopo la vittoria in Supercoppa Italiana 2017. E’ l’ennesimo capitolo di una vicenda che tiene banco dall’inizio dell’estate, oggi il procuratore del giocatore Roberto Calenda ha rilasciato un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’. “E’ esasperato per una serie di comportamenti della società che non è più disposto a sopportare“, ha spiegato Calenda che poi ha aggiunto: “Da ultimo, sono arrivate anche le scritte offensive sui muri a Formello, evidentemente alimentate dalle dichiarazioni fuorvianti con le quali la Lazio sta gestendo la sua vicenda”.
Ma come si è arrivati a questa rottura tra club e giocatore? Il procuratore non ha dubbi: “Keita è arrivato alla Lazio che era un ragazzino. Si è guadagnato la stima del mondo del calcio con il suo impegno costante e con la qualità e l’efficacia del suo gioco. Ha potuto mostrarsi più che altro in scampoli di partite, e tuttavia è risultato decisivo tante volte. Pur giocando poco, l’anno scorso ha realizzato 16 gol. Oggi ha 22 anni, l’età giusta per un calciatore per cominciare a raccogliere i primi frutti del suo talento e del suo impegno. Nonostante i risultati, la Lazio non ha dimostrato mai di credere in lui, di avere per lui il progetto che merita. Dopo la stagione con Pioli, aveva chiesto di essere ceduto. La Società gli ha promesso un posto in squadra con Inzaghi e un contratto da top player. Ma nulla di ciò si è verificato: nessun nuovo contratto gli è stato proposto né nel 2015-16, né nel 2016-17; e con Inzaghi è stato impiegato con un po’ di continuità solo nel finale di stagione. Ciononostante, lo ha ripagato con 16 reti. Il suo trattamento economico continua a essere notevolmente inferiore a quello riservato ad attaccanti che hanno avuto un minutaggio di gioco addirittura minore del suo nel 2017”.
“Va considerato che con questa Società il dialogo è difficile – ha aggiunto – Tempo fa abbiamo scritto per chiedere un incontro, ma non abbiamo ricevuto risposta né siamo stati convocati. È uno stile di relazioni a cui non sono abituato: lavoro con tante squadre nel mondo, con le quali è normale incontrarsi e parlarsi direttamente. Solo a giugno ci è stata recapitata per email una proposta informale di rinnovo: ma mentre sulla stampa il presidente Lotito, quando parla della sua cessione, valuta Keita come un top player, il compenso proposto per il rinnovo contrattuale è quello di un giocatore come tanti. C’è qualcosa che non quadra”.
Poi la conclusione: “La Lazio preferisce cedere Keita? Lo faccia, rispettando però il giocatore, che fino a giugno è sotto contratto. Nonostante le dichiarazioni provenienti dall’ambiente Lazio, a oggi la società non ci ha convocato né ci ha contattato per notificarci le fantomatiche offerte che – si legge sui giornali – Keita avrebbe rifiutato. Noi non abbiamo ricevuto da parte della Lazio proposte di cessione: l’unico interessamento del quale siamo a conoscenza è quello del Milan. Lotito ci ha comunicato di avere un accordo in piedi con questa società. Ad oggi ci risulta l’interessamento della Juventus (che ha pubblicamente dichiarato di avere fatto un’offerta alla Lazio): la Lazio però non ci ha comunicato nulla e non ci ha convocati per parlarne. Le cose dette sulla stampa, però, sono altre. Mi domando quale sia la verità. E tutti possiamo constatare come in un contesto delicato e sensibile, quale è quello del tifo calcistico, certe dichiarazioni diffuse ad arte per seguire proprie discutibili strategie di comunicazione finiscano per ingenerare conseguenze pericolose, delle quali già sono dimostrazione le scritte, false e volgari, che sono comparse contro Keita e contro di me davanti alla sede della Lazio a Formello. L’impressione è che la Lazio pretenda la luna per un giocatore che tra pochi mesi sarà libero di firmare per chi vuole. Se continua a tirare troppo la corda, questa si spezzerà e dovrà spiegare ai tifosi e al mercato come ha potuto perdere a zero un talento come Keita”.