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“Il risultato più grande che posso raggiungere per la Lazio è la Champions League mentre l’unica cosa che non posso accettare è che i miei figli giochino con la Roma. Ma essendo più laziali di me è impossibile che ciò accada“. Igli Tare, direttore sportivo della Lazio, si racconta così in un’intervista esclusiva alla televisione albanese Digitalb. Il dirigente biancoceleste ha parlato della sua attuale esperienza nella capitale: “A Formello di solito sto nel mio ufficio, perché l’intimità dello spogliatoio è sacra per i giocatori. Mi capita nei corridoi e nella stanza dei massaggi di raccogliere degli impulsi, capire l’umore dei giocatori e intuire chi ha bisogno di un colloquio con me. Da uno sguardo riesco a percepire molto“.
Durante il corso della sua carriera da dirigente, Tare ha portato alla Lazio diversi giocatori suoi connazionali: “Molte volte sono stato criticato per il fatto di aver acquistato giocatori albanesi per la Lazio. Ho portato Strakosha, Cana, Berisha e alcuni ragazzi che sono nel settore giovanile. Ho concesso questa opportunità semplicemente perché non ho mai fatto differenza tra un calciatore albanese o per esempio un brasiliano. Sono sempre stato cauto nell’acquisto di un giocatore di origine albanese, perché ho sempre saputo quanto sia difficile affermarsi nel mondo del calcio ad alti livelli e nei grandi club“. Proprio riguardo l’Albania, suo paese natale, Tare conserva un sogno nel cassetto: “Uno dei miei sogni è tornare in Albania un giorno e contribuire alla crescita del calcio del mio paese. Al momento però è una cosa molto distante. Per tornare ci devono essere condizioni adeguate, visto che l’Albania è ancora lontana da dove può arrivare. Se dovessi tornare un giorno, metterei a repentaglio tutto ciò che ho fatto qui, ma mi piacerebbe farlo come una sfida personale“.