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Nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, è stata rubata dall’abitazione di Oscar De Pellegrin la medaglia d’oro che il campione veneto aveva vinto ai Giochi Paralimpici di Londra 2012. De Pellegrin, che adesso ricopre il ruolo di consigliere FITARCO, ha lasciato l’agonismo proprio dopo Londra 2012, dove ha concluso una carriera eccezionale, ricca di successi prestigiosi, tra record mondiali, titoli europei e tutti gli altri allori ottenuti ai Giochi Paralimpici (bronzo individuale nel tiro a segno, Barcellona ’92 e Atalanta ’96, oro a squadre e bronzo individuale a Sydney 2000, bronzo a squadre a Pechino 2008).
Lo stesso arciere bellunese ha raccontato nel dettaglio lo spiacevole episodio: “Non ho parole per descrivere il mio stato d’animo. Dove abito io è sempre stata un’isola felice, o almeno così pensavamo. E invece, nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, i ladri hanno fatto tre furti in una sola serata solamente nella mia zona. Sono stati anche nei paesi limitrofi e ci sono stati una decina di furti in totale. Mia moglie, mio figlio ed io eravamo al piano di sopra a dormire e non ci siamo accorti di nulla. Sotto c’erano appese al muro in una cornice tutte le altre medaglie, le hanno guardate, hanno spostato anche altri quadri pensando ci fosse una cassaforte. L’unica che non era finita ancora in bacheca era la medaglia d’oro di Londra, che tenevo nella sua custodia originale perché la porto ancora quando vado nelle scuole e o in altre occasioni organizzate per i giovani, dove porto la mia esperienza di atleta agonista che, attraverso lo sport, è riuscito a crearsi una nuova prospettiva di vita dopo l’incidente che mi ha costretto su una carrozzina. Oltre a quella hanno rubato dei contanti, un orologio e una penna entrambi di valore, degli occhiali e poi la medaglia. E’ chiaro che questa rispetto a tutto il resto ha tutto un altro valore, non certo economico. Probabilmente hanno visto che era tinta d’oro e hanno pensato che valesse chissà quanto denaro, ma quella medaglia rappresenta ben altro… E’ stata una vera e propria coltellata al cuore. Ti guardi intorno e pensi che non hai nessuno con cui sfogarti. E’ stato davvero un risveglio terribile. Una bruttissima faccenda.
Mio figlio Marcel al mattino è sceso al piano di sotto e ha chiamato la madre dicendo che si era scordata la porta aperta. In realtà erano stati ladri a lasciarla così e, dal fatto che non faceva eccessivamente freddo lì in sala abbiamo pensato che sono passati all’alba, perché se fossero venuti nelle prime ore della notte la stanza sarebbe stata gelida. Hanno provato anche a rubare la macchina, che per fortuna aveva il blocca pedali ed evidentemente non hanno avuto il tempo di toglierlo per portarsela via. Non ho ancora parole per descrivere cosa ci sia accaduto. Sono scosso. Restiamo in attesa di vedere se accadrà qualcosa. E’ già terribile che entrino nella tua casa invadendo la tua privacy, figuriamoci quando ti rubano una delle cose alle quali tieni di più. Una medaglia che aveva per me un valore simbolico enorme: rappresentava la mia ultima gara da agonista, la vittoria più importante ai Giochi Paralimpici nei quali ho avuto l’onore di rappresentare l’Italia come portabandiera. Rappresentava il coronamento di una carriera incredibile, che mi ha cambiato la vita. Prima di quella gara sapevo che avrei smesso e non potevo immaginare una conclusione migliore per la mia storia da atleta.
Grazie a quella vittoria ho avuto ancora più motivazioni per dare il mio contributo nelle vesti di dirigente. La mia speranza è che chi ha commesso questo furto si metta una mano sulla coscienza e me la faccia riavere. Probabilmente i ladri non sanno che non possono tirar fuori soldi da quella medaglia, non credo sappiano che cosa hanno fatto. Se hanno un’anima o una coscienza potrebbero fare qualcosa… Lo spero”.