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Alle 9:45 del mattino di oggi, giovedì 23 febbraio, è stato dato a Melbourne il calcio d’inizio alla nuova stagione del Super Rugby, il campionato ovale che vede ai nastri di partenza franchigie australiane, neozelandesi, sudafricane, argentine e giapponesi per un totale di 18 squadre.
La partita d’apertura ha visto i Blues Auckland sbarazzarsi dei padroni di casa dei Rebels Melbourne con un 18-56 che ha espresso tutti gli attuali valori in campo. Troppo forte la selezione neozelandese che, dopo un avvio complicato (i Rebels sono stati in partita per tutta la prima parte del primo tempo, portandosi anche in vantaggio grazie a una meta di Nic Stirzaker), ha letteralmente preso in mano le redini del gioco. La corsa infaticabile dell’All Black Steve Luatua e le tre mete del giovane Rieko Ioane (che si era messo in mostra anche negli ultimi minuti della sfida di novembre della nazionale neozelandese all’Olimpico contro l’Italia) hanno permesso ai Blues di conquistare abbastanza agevolmente i primi 5 punti stagionali. La prima giornata proseguirà poi con due partite venerdì e le altre sei in programma sabato.
Favoriti per la vittoria finale sono i campioni in carica degli Hurricanes di Wellington, che nella finale dello scorso anno sconfissero i Lions di Johannesburg con un netto 20 a 3. Primi sfidanti saranno invece gli Highlanders di Dunedin, che si fermarono in semifinale un anno fa. Sembra dunque una questione fra franchigie neozelandesi quella per i piani alti del Super Rugby 2017, spinti anche dall’ormai imminente visita dei British and Irish Lions per sfidare gli All Blacks. I Crusaders saranno invece la mina vagante della conference neozelandese, determinati a rilanciarsi e a rimanere la squadra più titolata della competizione.
Nella conference Africa 1 i Blue Bulls cercano riscatto dopo le delusioni del recente passato. Dopo una Currie Cup interessante e il ritorno dai rispettivi infortuni di lungo corso di Handré Pollard e Jan Serfontein, i Bulls hanno aggiunto a un pacchetto di mischia già temibile anche Lood De Jager, proveniente dai Cheetas. Interessante anche la composizione degli Stormers, dove Kolisi è appena stato nominato capitano e c’è grande aspettativa per il giovane Seabelo Senatla, stella del Sudafrica Seven. Poche soddisfazioni invece aspettano la franchigia giapponese dei Sunwolves, che proseguirà il percorso di sviluppo iniziato lo scorso anno.
Maggiori speranze, invece, per i Jaguares, la franchigia argentina inserita nella conference Africa 2. Nonostante la perdita recente di Facundo Isa, destinato al campionato francese, la squadra potrà contare sulla talentuosa apertura Sanchez, sul capitano della nazionale Creevy e su Santiago Cordero. Proprio la grande esperienza internazionale su cui possono far leva i Jaguares, che ricalcano grosso modo la selezione nazionale argentina, potrà essere la base su cui costruire risultati interessanti. Un compito comunque non facile, in una conference dove trovano posto i Lions, finalisti dello scorso anno, e gli Sharks, orfani di JP Pietersen e Willie Le Roux, rimpiazzato inaspettatamente da Clement Poitrenaud: il centro, che aveva annunciato il suo ritiro a Tolosa, ci ha poi ripensato ed è emigrato in Sudafrica.
Conclude il lotto la conference australiana, dove Reds e Waratahs sembrano avere qualcosa in più a livello di roster rispetto a Brumbies, Rebels e Force. Tuttavia, prevedere qualcosa in questo gruppo è sempre molto difficile: ogni anno nuovi giocatori inaspettati mettono in mostra le loro potenzialità e le squadre con le rose migliori si trovano invece a tribolare con problemi di alchimia.
Tutti ai nastri di partenza, dunque, per una cavalcata che si concluderà con la finale del prossimo 5 agosto. Ci aspetta un Super Rugby come sempre ricco di mete, dove si gioca un rugby all’avanguardia con un ritmo e una pulizia di gioco inimitabili e con abilità tecniche incomparabili. Mettetevi comodi.