Ciclismo

Ciclismo, Luca Lotti salva il GP della Liberazione: “Roma non poteva farne a meno”

La presentazione del GP della Liberazione 2017 - Foto Sportface

Passate le nubi, sul Gran Premio della Liberazione torna a splendere il sole: martedì 25 aprile, come accade puntualmente dal 1946, la gara ciclistica susciterà nuovamente belle emozioni e non soltanto sulla bicicletta. Inizialmente annullato per problemi economici, il GP della Liberazione è stato ristabilito grazie all’intervento del ministro dello Sport Luca Lotti. “Per me oggi è un bel momento, un giorno di festa, uno di quei giorni in cui l’incarico che mi è stato dato ha un’importanza – ha sottolineato Lotti nella conferenza di presentazione organizzata presso la Sala Monumentale della Presidenza del Consiglio dei ministri – Abbiamo fatto solo il nostro dovere quando abbiamo saputo che il rischio di non vedere il Gran Premio era altissimo. Mi sono attivato per il grande valore simbolico di questo evento, storico e anche sportivo: sono convinto che Roma non possa farne a meno. Voglio essere alla partenza e alla premiazione, in un momento importante che vede mescolarsi lo sport e la memoria”.

Molto soddisfatto il presidente della Federazione ciclistica italiana, Renato Di Rocco. “Ringrazio per la sensibilità il ministro Lotti e il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Riccardo Nencini – ha dichiarato il numero uno della Fci – Per noi questa gara è il campionato del mondo under 23, come dimostra l’albo d’oro con tanti grandi nomi”. Anche quest’anno saranno molti gli atleti importanti presenti a Roma per la 72esima edizione, con 25 squadre italiane e otto straniere al via, comprese le nazionali di Australia, Russia, Ucraina, Bielorussia, Slovenia e Inghilterra. “Questa manifestazione fa parte del patrimonio della città di Roma – ha sottolineato il presidente del Coni Giovanni MalagòIl GP della Liberazione è stato fortemente voluto dal ministro Lotti, il Coni è uno spettatore felice. Penso che il ciclismo, dopo il calcio, sia lo sport più popolare del nostro Paese: in passato grazie ad alcuni grandi personaggi, oggi per l’essenza stessa di questa splendida disciplina”.

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