[the_ad id=”445341″]
[the_ad id=”10725″]
La questione Chris Froome, inizialmente trovato positivo al albutamolo e poi assolto dall’accusa, ha spaccato a metà il mondo del ciclismo. A pochi giorni dall’inizio del Tour de France 2018, da cui il keniano bianco era inizialmente escluso per poi essere riammesso, il presidente dell’UCI, David Lappartient, ha voluto parlare del caso in modo da fare chiarezza.
“La WADA ci ha scritto il 28 giugno per informarci in merito al dossier Froome – ha detto Lappartient in un video sul canale YouTube dell’UCI-, spiegando che tutte le relazioni legate al caso non costituiscono una violazione del regolamento mondiale antidoping. La procedura è andata per le lunghe perché il caso è molto complesso e perché si è deciso di rispettare il diritto alla difesa del corridore: il 4 giugno la difesa aveva depositato i documenti e la decisione finale è stata annunciata il 2 luglio“.
“Io ricordo e riaffermo che la nostra organizzazione ha scelto una linea di giustizia indipendente e a quella si è attenuta – continua il presidente UCI -.Noi stiamo lavorando per un ciclismo pulito, che è quello che vuole la gente e mi piacerebbe che questo fosse riconosciuto. Abbiamo vietato l’utilizzo di farmaci come il Tramadol, una decisione che ci pone all’avanguardia nella lotta per uno sport pulito e abbiamo chiesto alla WADA di operare cambiamenti significativi sulla lista dei prodotti vietati e la possibilità di sospensioni preventive per evitare il ripetersi di casi simili a quello di Froome. La decisione su Froome va rispettata e chiedo ai tifosi: rispettate e proteggete tutti i corridori in tutte le corse”.