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Per la quinta volta in carriera, la prima nell’arco degli ultimi otto anni, Venus Williams si è qualificata e parteciperà alle Wta Finals. Il torneo – che anche quest’anno sarà di scena a Singapore – dal 22 ottobre 2017 vedrà “scontrarsi” tra loro le giocatrici che, durante tutto l’arco della stagione, si sono distinte per costanza e risultati.
La statunitense, oltre a presentarsi ai nastri di partenza come la tennista più esperta e di successo tra le otto partecipanti (può vantare già un successo in questa competizione, oltre ai 49 titoli complessivi in carriera), vi arriva al termine di un 2017 più che positivo, un’annata che le ha permesso di confermarsi, nuovamente, come un’assoluta protagonista del panorama tennistico femminile, e non solo. “È stata una stagione speciale. Certo, avrei voluto vincere un Grande Slam e finire al numero 1 della classifica, ma è stato comunque un bell’anno. Iniziato e finito in modo abbastanza ironico, se vogliamo. Insomma, è cominciato con me e Serena che giocavamo la finale dell’Australian Open, ora lo stiamo finendo con una nuova presenza in famiglia“ dice lei, sempre così “innamorata” del tennis e, soprattutto, della sua famiglia. Del resto, l’amore per il tennis e il forte legame con la sua famiglia hanno da sempre definito e delineato la sua carriera; da quando è diventata professionista nel 1994 fino a oggi. Hanno contribuito a darle la spinta necessaria per continuare ad avere successo, per mantenere costante il suo livello, anno dopo anno.
Eppure, alle fine del 2016, probabilmente in molti credevano che i giorni migliori di Venus fossero ormai andati, finiti per sempre. Aveva chiuso il 2015 come numero 7 del mondo, ma al termine del 2016 era scesa al numero 17. Difficile, a 36 anni “suonati”, sperare e pensare di poter risalire, di poter battere e superare giocatrici molto più giovani e “fresche”. L’unica a non avere dubbi al riguardo era proprio lei: “Affronto ogni incontro pensando alla vittoria, quindi i miei successi non sono mai una sorpresa per me. Dipende tutto da come ti prepari. Il lavoro che pratico in palestra e allenandomi, ogni giorno, mi permette di scendere in campo fiduciosa, sapendo di poter vincere”.
La fiducia e le vittorie quest’anno non le sono certo mancate. Merito sia della pratica e dell’allenamento costanti, certo, ma frutto anche di una programmazione più selettiva, incentrata sul giocare meno tornei rispetto al passato, in funzione di rendere al meglio in quelli prescelti.
Ben due le finali Slam disputate: quella dell’Australian Open – persa in due set contro l’amata “rivale” di sempre, sua sorella Serena – e quella di Wimbledon, ceduta anch’essa in due set, stavolta contro una delle diverse numero 1 di questa stagione, Garbine Muguruza.
Due finali, due nette sconfitte, nessun titolo in bacheca, è vero; ma è importante soffermarsi sul fatto che, per la prima volta dal 2003, Venus è approdata all’atto conclusivo di un Major per ben due volte nello stesso anno. Tutto questo a 37 anni. Non a caso ha registrato e fatto suo il record di giocatrice più “anziana” ad aver raggiunto due finali Slam nella stessa stagione. Così come, sempre parlando di record ed età, con la vittoria su Angelique Kerber a Miami è diventata la tennista più “anziana” ad aver battuto una numero uno al mondo in carica. “È un trend che si sta affermando e che vediamo in tutti gli sport, dipende da abitudini e corretta alimentazione. Io voglio ancora continuare così” ha dichiarato lei, che della corretta alimentazione ha fatto uno dei suoi punti di forza, specie da quando le è stata diagnosticata la sindrome di Sjögren (nel 2011), che oggi gestisce e tiene sotto controllo seguendo una dieta vegana.
Ma il 2017 di Venus Williams non si limita solo alle due citate finali. Nel mezzo vi sono stati altri importanti risultati. La semifinale degli Us Open, ad esempio, persa al terzo set contro la futura campionessa del torneo, la sua connazionale Sloane Stephens. Una partita che per molti ha sancito una sorta di passaggio di consegne, una staffetta tra il passato e il futuro del tennis femminile a stelle e strisce, giocata nel presente.
Piuttosto positive (per i suoi standard) anche le performance sulla terra rossa europea, dove ha raggiunto, negli unici due tornei disputati sulla superficie, i quarti di finale agli Internazionali BNL d’Italia (sconfitta, anche stavolta, dalla Muguruza) e gli ottavi di finale al Roland Garros (a Parigi la sua corsa è stata interrotta dalla Bacsinszky).
A queste prove positive si aggiungono quelle nei due Premier Mandatory sul cemento americano, ossia la semifinale a Miami e i quarti di finale a Indian Wells. In entrambi i casi è uscita di scena battuta da colei che poi si sarebbe laureata campionessa del torneo: rispettivamente, Johanna Konta ed Elena Vesnina.
Alla fine, il suo bilancio stagionale è di 35 vittorie a fronte di 12 sconfitte (20 a 4 se si considerano solo i Major), nessun titolo vinto ma un rientro “trionfale” non soltanto nella top-10, ma addirittura nella top-5 Wta.
E allora, alla luce di tutto ciò, possiamo realmente considerare la “Venere” nera una delle favorite per la corona, per il titolo di “maestra” Wta dell’anno? Difficile pronosticarlo. Il livello sarà altissimo, sul centrale dell’avveniristico Singapore Indoor Stadium si daranno battaglia ben 5 numero uno del mondo, passate e presenti. La Williams sarà l’unica, tra le otto qualificate, ad aver più di trent’anni, nonché la sola a non aver vinto alcun torneo quest’anno.
Come contrastare avversarie così giovani, agguerrite e vincenti? Determinante saranno la sua esperienza e il suo tennis, così come la sua costante tendenza ad essere serena e positiva: “Mi sento grande, in grado di competere ad un livello super alto. E credo assolutamente di poter ancora vincere un altro Grande Slam nella mia carriera”. Chissà che non abbia ragione anche stavolta