Nonostante le cinquanta posizioni di distacco in classifica (numero 70 e 20 del mondo), Yaroslava Shvedova appariva un ostacolo decisamente insidioso per l’esordio nel torneo di Sara Errani, testa di serie numero 5 del Wta Premier di Charleston. Alcuni ricorderanno il famoso precedente di Wimbledon, nel 2012, quando la kazaka chiuse il primo set 24 punti a 0, rendendosi protagonista di uno dei rarissimi esempi di “golden set” nella storia del tennis. Eppure, una Errani ispiratissima (con la complicità di un problema fisico accusato dall’avversaria) ha spazzato via ogni fantasma, dominando il match, chiuso 6-0 6-3 in un’ora e 10 minuti di gioco.
L’inizio della Shvedova è disastroso. In undici minuti la Errani ipoteca il primo set, portandosi 3 a 0 con una marea di errori della kazaka, soprattutto con il dritto. Sara è invece ben centrata, il primo gratuito arriva solo nel quarto game, ma risulta irrilevante (saranno appena quattro gli unforced del primo set). Sale 4 a 0 e imposta la modalità “muro”. Emblematico il quinto gioco. Costretta a recuperi miracolosi dalle accelerazioni della sua avversaria, l’azzurra rimanda tutto dall’altra parte, forzando gli errori (sempre più numerosi) della nativa di Mosca (ma con passaporto kazako). La Shvedova salva la prima di tre consecutive palle break, ma alla seconda cede l’ennesimo turno di servizio, infilata dal passante di dritto della Errani. Al cambio di campo, il medical time out chiamato dalla kazaka manifesta l’esistenza di un problema fisico (probabilmente al collo) che spiega il perché di un match sino a quel momento a senso unico. Va ricordato che, appena tre giorni fa, ha disputato in coppia con la Babos la finale di Miami, persa contro Mattek-Sands e Safarova, e già ieri era in campo per il primo turno di Charleston. Ciononostante, nel sesto game la Errani è costretta a faticare, salvando due palle break prima di conquistare il parziale con l’ennesimo dritto sparacchiato fuori dal corridoio dalla sua avversaria.
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Il copione non cambia a inizio secondo set: la 28enne di Mosca gioca un vincente ogni quattro errori, rapporto difficilmente sufficiente per vincere le partite di tennis, a maggior ragione se la tua avversaria fa della estrema regolarità il suo punto di forza. Altro break e settimo gioco di fila in favore della romagnola. A questo punto, forse convinta che la partita sia diventata una formalità, la Errani si concede una piccola distrazione, cedendo il primo game del match avanti 30-0 al servizio. La Shvedova è meno fallosa di inizio match e i game più lottati, ma Sarita sembra un’altra giocatrice rispetto a quella apparsa in chiara difficoltà a Indian Wells e Miami. Si porta 4 a 1 e, dopo uno scambio di break, sul 5 a 2 cambia campo per servire per il match. Non è sufficiente lo scatto d’orgoglio della kazaka, che recuperato un break, sciupa un vantaggio di 40 15 nel nono gioco e si arrende al primo match point per la Errani con il consueto errore di dritto.
Avanti dunque la testa di serie numero 5, che attende in ottavi di finale la vincente tra Stosur e Cepelova. Cadute invece la numero 4, Lucie Safarova, e la 8, Madison Keys, peraltro finalista nella passata edizione. La ceca, rientrata nel circuito a febbraio dopo gli Australian open saltati causa infortunio, dovrà ancora attendere per festeggiare la prima vittoria del 2016, sconfitta con un doppio 6-3 dalla americana Chirico, alla prima affermazione contro una top15. La Keys è stata invece eliminata al termine di una maratona di tre ore da Laura Siegemund, numero 75 del mondo, col risultato di 6-7 (3), 6-4, 6-4. Fuori anche Sabine Lisicki, testa di serie numero 15, per mano di Yulia Putintseva.