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IL RESOCONTO DELLA SEMIFINALE TRA FEDERER E RAONIC
Andy Murray batte con il punteggio finale di 6-3 6-3 6-3 il ceco Tomas Berdych e raggiunge la terza finale in carriera a Wimbledon, dopo la sconfitta del 2012 e la storica vittoria del 2013. Il numero 2 del mondo affronterà domenica, da assoluto favorito. il canadese Milos Raonic che nel pomeriggio ha sconfitto per la terza volta in carriera Roger Federer. Buona prestazione del beniamino di casa, in grado di alzare il livello quando il punteggio lo richiedeva. Dopo un buon inizio, con una tattica ben messa in campo da Berdych, il ceco viene tradito dal diritto che non ritroverà in tutta la partita, troppo falloso per poter pensare di compiere un’impresa che avrebbe avuto dell’incredibile.
I precedenti prima di oggi erano 8 a 6 a favore dello scozzese, che ha in effetti trionfato nelle ultime 4 sfide, con un bilancio positivo di 2 vittorie su 3 incontri anche negli Slam.
L’inizio del match è abbastanza particolare. Quando Berdych fatica in battuta ha pochissime chance contro quello che è uno dei migliori ribattitori del tennis maschile. E’ proprio lo scozzese infatti ad ottenere un break nel secondo gioco, mostrando una certa facilità nello spostare orizzontalmente un gigante come la testa di serie numero 10 del torneo. Ma dopo essere andato sotto nel punteggio, sullo 0-2, il finalista del 2010 comincia a far intravedere il suo prevedibile piano tattico. Con un gran game in spinta e qualche concessione di Murray, il ceco muove la sua casella dei vincenti e recupera lo svantaggio, sorprendendo i tifosi dello scozzese che già cominciavano a sentirsi a loro agio. In realtà, il tennista di casa riprende subito in mano le redini del gioco. La situazione di Berdych è comunque precaria, per una tattica estremamente offensiva come quella di oggi il servizio risulta davvero fondamentale. Ma nell’ottavo game la battuta non accorre in suo aiuto e Murray sfrutta l’occasione senza alcun problema, conquistando un break decisivo che lo porta sul 5-3. Nel game immediatamente successivo, allo scoccare dei 36 minuti, il numero 2 del mondo riesce a chiudere un primo parziale che poteva pian piano complicarsi. Pesano per Berdych gli errori non forzati, che salgono a 13 alla fine del set.
L’equilibrio è più stabile nell’avvio del secondo parziale, dopo i primi 5 game, nonostante il dritto altalenante ed un’enorme fatica sulla seconda di servizio, il ceco annulla bene due palle break e si tiene in vantaggio sul 3-2. Superata la difficoltà, il 30enne ritrova la fiducia e il coraggio per essere offensivo e si procura addirittura due chance per andare sul 4-2. Cattivissimo agonisticamente parlando lo scozzese, che ad ogni punto vinto, vincente o errore che sia, si incita cercando di infastidire l’avversario e sfruttando tutto il tifo a lui favorevole. E’ la prima a tirarlo fuori dai guai, con un Berdych in difficoltà sulla risposta. Nel settimo game incide, come in un film visto mille volte, la fenomenale risposta di Murray, che mette all’angolo il ceco: costretto a correre Berdych non fa male e deve dunque rassegnarsi a cedere la battuta, ritrovandosi sotto di un set e di un break dopo un’ora e 15 minuti. Lo svantaggio di 5-3 demoralizza Berdych, che con un altro game rivedibile si consegna letteralmente all’avversario, sempre più vicino alla finale dopo il doppio 6-3.
Nel terzo set Murray accentua la sua superiorità contro un Berdych affondato anche per colpa dei suoi stessi errori: sulla seconda di servizio il tennista residente a Monaco soffre tantissimo e nel quarto gioco subisce un altro fatale break. Consolidato il vantaggio, Murray gestisce bene il margine e sui boati del Campo Centrale chiude il match con un triplice 6-3, regalandosi la terza finale ai Campionshps
Missione compiuta per lo scozzese, che all’inizio del torneo era considerato il principale rivale di Novak Djokovic, e che invece giocherà l’ultimo atto contro un sorprendente Raonic. Sarà ovviamente lui il favorito, viste anche le sue ottime qualità in risposta. Il canadese è chiamato ad una missione molto difficile ma isuoi miglioramenti sono ben visibili e questo potrebbe regalarci una partita più aperta del previsto, Murray cercherà di ripetersi dopo il successo del 2013 per iscrivere di nuovo il suo nome nell’albo d’oro di Wimbledon.